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Vittorio Feltri e l'audio su Berlusconi: "Sergio Mattarella? Il minimo è nominarlo senatore a vita"

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Piero Sansonetti e Nicola Porro sono due giornalisti veri e non mi pento di essere stato un loro collega. Hanno tirato fuori dalla cantina delle notizie un fatto sconvolgente che squalifica la nostra giustizia già abbastanza sputtanata. Un giudice ha ammesso che Silvio Berlusconi fu condannato gratis a quattro anni di galera per un reato che non aveva commesso, frode fiscale. Io, nel mio piccolo, ero a conoscenza da tempo che il Cav era innocente, ma dopo averlo detto e scritto non potevo fare altro. A colmare la lacuna ha provveduto Sansonetti, il quale, pur essendo comunista, ha il vizio di proclamare la verità, anche la più scomoda. Egli infatti ha prodotto le prove e le ha messe nero su bianco sul suo bel giornale, Il Riformista, riferendole altresì a Porro, che a sua volta le ha divulgate nel programma televisivo da lui stesso condotto, Quarta Repubblica (Rete 4).

 

Uno scoop mondiale che ha creato imbarazzo in tutti mass media italiani, i quali lo hanno trascurato non sapendo come trattarlo, cioè non volevano forse enfatizzarlo per non arrecare danno e dispetto alla sinistra che adorano e di cui sono succubi. Vedremo se oggi avranno il coraggio e l'onestà di rimediare alla topica. I casi sono due. Primo. Un magistrato della Cassazione ha confessato di aver ricevuto pressioni dall'alto (di un colle?) affinché Silvio venisse bastonato e ciò accadde regolarmente pur in assenza di elementi che giustificassero la severa punizione. Secondo. Il Tribunale di Milano attesta che il grande imprenditore era ed è innocente, come risulta dalle carte. Solo a distanza di anni si rende noto quanto si poteva arguire a suo tempo, ovvero che Berlusconi in politica aveva rotto le scatole ai progressisti, pertanto andava eliminato con una manovra la cui esecuzione era affidata a certe toghe.

 

La questione sembra incredibile eppure dopo quanto successo a Matteo Salvini non dovrebbe suscitare stupore. In effetti le disavventure di Palamara dimostrano, grazie alle intercettazioni, che il capo della Lega «pur avendo ragione», come si evince dalle stesse intercettazioni, andava perseguito. Perché? Perché i nemici si fanno fuori con qualsiasi arma, e quella giudiziaria è a portata di mano. Persino un ingenuo afferra che stando così le cose è sempre più difficile fidarsi di alcuni giudici, e il problema è sapere bene chi sono i disonesti, nomi e cognomi, affinché regolarsi. Ci piacerebbe che Mattarella, successore di Napolitano, facesse udire la propria voce e che in base agli articoli di Sansonetti partisse una inchiesta per accertare le responsabilità. Purché non sia una inchiesta parlamentare che porrebbe, come da tradizione, una pietra tombale sullo scandalo. Sarebbe interessante il punto di vista di Berlusconi riguardo il bidone che gli hanno tirato a tradimento. Noi auspichiamo che Silvio sia risarcito in qualche modo, magari venendo nominato senatore a vita dal capo dello Stato. Il minimo che questi dovrebbe fare. Sperem.

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