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Sondaggio, ecco quanto vale il partito dei cattolici: cifre sorprendenti nel paese della Dc

Arnaldo Ferrari Nasi
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Diverse sono le stime relative a quanti siano i Cattolici in Italia, non intendendo per cattolico il semplice battezzato, in quanto egli, in età successiva potrebbe essersi definito come ateo, agnostico o di altra religione. Le fonti più autorevoli citano percentuali che variano tra il 70% ed il 75% della popolazione. A livello politico, si possono riferire questi dati al corpo elettorale: si parla di 36-38 milioni di elettori; poco meno di 10.000.000, il 26%, da un nostro recente sondaggio, si autodefiniscono molto religiosi. In altri tempi, questi voti sarebbero andati quasi tutti alla Democrazia Cristiana, ma con il mutamento del panorama politico seguito alla devastazione di Mani Pulite, i Cattolici si sono ritrovati in più partiti. Alcuni di essi erano di diretta derivazione Dc e rappresentavano all'incirca quello che erano state le correnti di quel grande partito. C'era, ad esempio, il Partito Popolare Italiano, in cui militavano Martinazzoli, Bianco, Buttiglione; partito che dalla sua fondazione sempre aderì alle coalizioni di centrosinistra. Allo stesso modo, anche se con numeri meno importanti, nasceva il Centro Cristiano Democratico, con Pierferdinando Casini e Clemente Mastella che immediatamente avviavano dialoghi con Silvio Berlusconi. Tanti altri cattolici, inoltre, avevano trovato casa direttamente nella stessa Forza Italia.

DUE POLI
Intorno alla metà degli anni Duemila, però, con la nascita aggregatrice del Partito Democratico nel centrosinistra e del Popolo delle Libertà nel centrodestra, tutte le diverse formazioni cattoliche, confluirono in uno dei due poli, decretando, da quel momento, dopo 60 anni, il formale termine dei partiti di ispirazione cristiana, e lasciando in eredità, alla destra ed alla sinistra, quel gran numero di elettori che prima si è citato. Oggi i tempi sono ulteriormente cambiati e se si chiede agli italiani se prenderebbero in considerazione per il voto un nuovo partito moderato di ispirazione cattolica, solo il 6% risponderebbe con un "sì, sicuramente". Non sembra molto, se si ricordano i numeri che faceva la Dc, ma non è neanche poco se si guarda al panorama politico di attuale.

A questo dato, giova affiancare quello del 16% di chi risponde "probabilmente", aiutando a definire un mercato elettorale potenziale che varia intorno ai 2.500.000-6.000.000 di voti. Studiando i risultati nel dettaglio si nota che queste risposte affermative provengono in misura maggiore dai maschi, di età tra 35 ed i 55 anni, con titolo di studio alto. Se invece analizziamo i dati dei cattolici molto religiosi, invece di ottenere quel plebiscito, che ci si poteva aspettare, si registra solo un 13%. È molto interessante verificare come si distribuisce questo voto potenziale sull'asse destra-sinistra. Quel che si nota subito è che in Italia non esistono solo i cosiddetti "cattocomunisti". Anzi, la maggioranza relativa, il 41%, di questi elettori si definisce di destra o centrodestra. Solo il 22% di centro ed il restante 37% di sinistra o centrosinistra. La situazione non è dissimile da quella che si riscontra nei cattolici molto religiosi: il 42% a sinistra, il 17% a centro, il 41% a destra.

TRADIZIONE
Questi dati aprono uno scenario molto interessante e devono far riflettere che in Italia i cattolici non sono solo quelli attenti ai diritti dei gay e dei migranti; ma vi sono anche, in numero pressoché uguale, coloro che sono più attenti a valori che definiremmo tradizionali, come la famiglia, o la vita. L'attuale centrodestra ha forse un'opportunità, quella di integrare e rafforzare l'alleanza con una nuova componente. Essa raccoglierebbe innanzitutto parte dei voti orfani dei partiti cristiani, come il Ccd, e parte dei voti moderati in uscita da Forza Italia che giudicano le proposte di Salvini e Meloni non adatte a loro. Forse, però, la funzione più importante di una nuova formazione moderata cattolica associata alla coalizione, sarebbe quella di tranquillizzatrice nei confronti degli osservatori, anche quelli europei. D'altronde queste ultime elezioni hanno chiaramente segnalato che qualche correzione, riequilibrio, nel centrodestra, va fatto. 

 

 

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