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Antonio Socci, "un assurdo". Borghi, la Lega e la "data di scadenza" del governo Draghi: cosa non torna

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Il rebus Mario Draghi scompagina le carte nel centrodestra, tra politici e commentatori. In Parlamento, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi non hanno ancora trovato la sintesi, una posizione comune da offrire al premier incaricato quando la delegazione comune dovrà partecipare alle consultazioni. Forza Italia è alla finestra, Fratelli d'Italia ha proposto l'astensione in aula proprio per non spaccare la coalizione, la Lega invece ha preso tempo. E su questo Claudio Borghi, economista e deputato del Carroccio molto attivo sui social, cerca di fare chiarezza su Twitter.

 

 


"Sto guardando la rassegna stampa. Metà giornali titolano su quello che faremo noi, si no astenuti. Cosa non avete capito di 'Andiamo a sentire cosa ci dirà poi decideremo ma in ogni caso ci dovrà essere una data certa per le elezioni altrimenti niente?".

 

 

La posizione di Salvini è: si può anche votare la fiducia a Draghi, ma il suo dovrà essere un governo dall'orizzonte temporale. Meglio se con scadenza immediata o quasi, un esecutivo ponte che metta in sicurezza i dossier ancora aperti, dalla campagna vaccinale al recovery plan, dai ristori alla ripresa economica, per poi tornare alle urne nella prima finestra utile entro l'inizio del semestre bianco, quindi entro la prossima estate. Nella peggiore delle ipotesi, voto entro la primavera 2022, dopo l'elezione del nuovo presidente della Repubblica. 



 

Il commento di Antonio Socci, sempre su Twitter, sembra incarnare l'opinione di chi, nel centrodestra, è tentato dal togliere ogni paletto formale al di là di quello sul programma: "Condivido l'ascoltare per decidere, ma la 'data certa per le elezioni' è un assurdo. Nessun governo può offrire questo, la Costituzione non gli dà questo potere".

 

 

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