Cerca
Cerca
+

Governo Draghi, il Mezzogiorno non pianga: pochi ministri del Sud? Perché la polemica è sterile

Pietro Mancini
  • a
  • a
  • a

"Governo, la questione Sud", ha titolato, ieri, Il Mattino, per sottolineare la netta prevalenza, nel governo Draghi, dei ministri del Nord : bel 18, solo 6 da Firenze in giù, 2 campani, Mara Carfagna e Gigino Di Maio. Insomma, l'Italia di Mario Draghi si è fermata a Potenza. E, dal governo con più siciliani della storia della Seconda Repubblica, si è passati a quello con zero. Con la programmazione del Recovery Fund, e l'intenzione dell'Ue di destinare molti soldi alle regioni meridionali tale elemento potrebbe contribuire ad allargare, ancora di più, il gap tra Nord e Sud.

 

Da non sottovalutare, tuttavia, la nomina di Antonio Funiciello a capo di gabinetto di Draghi. È di Caserta, ha 45 anni, è pubblicista, si è laureato in Filosofia, all'Università Federico II di Napoli. Nella Lega, stavolta, ha subito una frenata l'intenzione di Salvini di trasformare il Carroccio in un partito nazionale e ha prevalso la linea nordista di Giorgetti. Ma, per far ripartire il Mezzogiorno, gli imprenditori, i politici, la società civile del Sud non devono limitarsi a postulare con i cappelli in mano, nuovi fondi.

 

Ma dimostrasi oculati, e non dissipatori, nella spesa. Sinora, la politica è stata troppo lontana dalle strade e dai vicoli, dai problemi concreti della gente. La protesta per i pochi ministri meridionali è sterile se il Mezzogiorno si rassegna a convivere con i propri vizi e non riesce a liberarsi di una classe dirigente, non solo politica, modesta, parolaia e non credibile. E non archivia il clientelismo, liberandosi dagli inquinamenti dei poteri criminali. Purtroppo, a Napoli, ma anche a Reggio Calabria e in altre grandi e piccole città del Sud, il popolo non ha reagito, sinora, con efficacia, alla malapolitica e alla malasanità. Nelle campagne elettorali, si sentono annunci di storiche trasformazioni, mai attuate, anche a causa dell'indifferenza e della rassegnazione dei cittadini. A Napoli, alle ultime amministrative, ha votato meno della metà degli elettori...

Dai blog