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Enrico Letta promette al Pd: vi porterò all'opposizione. Il commento di Antonio Socci a un discorso grottesco

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Antonio Socci
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Enrico Letta può stare sereno. Chi viene eletto segretario del Pd (sempre all'unanimità) è in una botte di ferro. Come Attilio Regolo. I piddini infatti sono fantastici. Tutti per Bersani contro Renzi. Poi tutti per Renzi contro Bersani e contro Letta. Ora tutti per Letta contro Renzi (magari per riprendersi Bersani). E sono sempre gli stessi. Fratelli coltelli, ma uniti dal potere, come dice Cacciari. Così hanno avuto sempre meno voti e sempre più potere. Ieri Letta ci ha spiegato che se il Pd è stato continuamente al governo, per anni, anche quando ha perso, lo ha fatto per noi, per impedire agli italiani di cacciarsi nei guai. I piddini si sono sacrificati eroicamente per il nostro bene: volevano tanto andare all'opposizione, ma sono stati costretti a inchiodarsi alle poltrone ministeriali dal loro altruismo.

PROTEZIONE CIVILE
Ma ora basta, dice Letta. Il Pd non deve più sacrificarsi, né essere costretto a fare indigestione di poltrone. Lo ha detto davvero. Ecco le sue parole: «Noi non dobbiamo essere la Protezione civile della politica, cioè il partito che è costretto ad andare al potere perché se no gli altri sbandano. Perché se lo facciamo diventiamo il partito del potere». Così ha invitato il Pd a non aver paura di «andare all'opposizione». Gli italiani non vedrebbero l'ora di spedire il Pd all'opposizione. Nel 2018 hanno lo hanno ridotto al minimo storico pur di cacciarlo dal governo, ma il Pd si è voluto sacrificare ancora. Ora Letta promette di privarci del Pd se perde e così abbandonare gli italiani a loro stessi. Lo farà? C'è da dubitarne. Ma chi è questo Letta nipote del famoso zio e già capo di uno dei governi più grigi degli ultimi decenni?

 

 

È una buona notizia la sua elezione alla segreteria del Pd? C'è un famoso motto di origine medievale (ha a che fare con gli esattori pisani che andavano a riscuotere i dazi nelle città): «Meglio un morto in casa che un pisano all'uscio». Di solito i pisani veraci rispondono: «Che Dio ti ascolti». Ma il pisano Letta è troppo garbato per replicare così. Resta il fatto che è piddino, quindi ha a che fare con le tasse, ed è anagraficamente pisano, cosa imperdonabile per i livornesi i quali sono i toscani più rossi e - com' è noto - hanno dato i natali, precisamente 100 anni fa, al Partito Comunista. Il fatto che, proprio nel centenario della fondazione del Pci, il suo erede politico, il Pd, elegga segretario un pisano è per i livornesi un affronto imperdonabile. Ma ancor più è un affronto per i comunisti (o post comunisti) vedere ai vertici del "loro" partito, della "Ditta" (diceva Bersani), un democristiano come Letta. È dura ingoiare il rospo.

Un tempo pensavano di digerirlo se il democristiano usava la sua furbizia per portarli al potere. Per questo si fecero piacere Prodi (che poi abbatterono). E per questo si fecero piacere anche Renzi, che pure odiavano. Alla fine l'odio prevalse e a Renzi non bastò la furbizia. Letta farà una fine diversa? E' più furbo di Renzi e di Prodi? Sulla furbizia dei pisani i livornesi sono drastici e non vanno ascoltati. Fa testo la micidiale locandina del Vernacoliere al tempo del disastro di Chernobyl: «Nuvola atomica. Primi spaventosi effetti delle radiazioni: è nato un pisano furbo. Stupore nel mondo, sgomento in Toscana». Letta potrebbe essere un pisano furbo più del fiorentino Renzi (che però lo defenestrò dal governo). Ma non so quanto sia stato furbo ieri esaltare il crollo del Muro di Berlino davanti a una platea di post-comunisti.

 

 

BANDIERE IDEOLOGICHE
D'altronde che tipo di democristiano è Enrico? Il suo riferimento ideologico è Nino Andreatta, come per Prodi. Due non democristiani. In teoria "sinistra dc", in realtà tecnocrazia mercatista, quella che con la Ue ha imposto le politiche più antisociali. La Sinistra ex Pci fu portata al potere da Prodi proprio perché abbracciò la rottamazione dei diritti sociali della UE, nascosta dietro l'adozione dei cosiddetti "diritti civili". Per questo ieri Letta ha issato le bandiere dello "Ius soli" e del "voto ai sedicenni". Secondo lui, oggi, gli italiani prostrati, angosciati e impoveriti dalla crisi e dal Covid, desiderano sopra ogni cosa questi "diritti civili". Vi pare un boccone ghiotto per gli italiani lo Ius soli? Il resto del programma lettiano sta tutto nel titolo di un suo libro del 1997: "Euro sì. Morire per Maastricht". Morire non parrebbe un bel programma politico. Anche perché, in effetti, in questi 25 anni l'economia italiana è davvero andata in coma a causa di Maastricht. Ieri Letta ha pure detto che nella pandemia nessuno deve fare da sé, bisogna puntare tutto sul coordinamento. A sentir lui senza il coordinamento si muore. Infatti l'esempio supremo del coordinamento è stato il "capolavoro" della Commissione UE sui vaccini: una catastrofe. Secondo il compagno Ugo Sposetti: «La finanza internazionale ha commissariato Palazzo Chigi e la finanza europea si appresta a commissariare il Pd». Lui, voce del rosso antico, vorrebbe invece «un segretario che non sia subalterno». In effetti il Pd, con "l'europeista" Letta, diventa ancora di più il "partito straniero".

 

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