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Paolo Becchi, lo scenario: "Quanto dura Mario Draghi, perché a Salvini conviene stare al governo"

Paolo Becchi
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Quello che è successo in questi giorni doveva succedere. Se l'intenzione diretta o indiretta è quella di logorare la Lega di governo, Salvini doveva dare un segnale e lo ha dato nel modo giusto. Forse una maggiore coordinazione con Giorgetti sarebbe stata utile, ma il risultato è stato comunque raggiunto. Salvini ha voluto far capire che non ha firmato una cambiale in bianco entrando nel governo e che Draghi non può fare, a suo arbitrio, tutto quello che vuole. Sulle chiusure Draghi sbaglia, come ha commesso un grande errore politico nel confermare Speranza al ministero della Salute, e Salvini è nel giusto a criticare Speranza e il coprifuoco. Punto. In un governo istituzionale ciascuna forza politica può scendere a compromessi ma fino ad un certo punto, e quando il limite è superato il segretario di un partito può sempre smarcarsi da decisioni che non condivide.

 

 

È quello che è successo in relazione all'ultimo decreto-legge. Salvini, con il suo gesto, ha aperto una discussione politica, ora toccherà al Parlamento modificare nel meglio quel decreto-legge. Tutto questo fa parte della dialettica politica. Non crediamo molto ai sondaggi, ma siamo certi che la lenta erosione del consenso della Lega si sia fermata grazie a questa mossa di Salvini. C'è chi interpreta questa mossa come l'apertura di una possibile crisi di governo in tempi brevi. Non vi è dubbio che oggi molti spingano in questa direzione, come già al tempo del Conte I, ma sarebbe la ripetizione di un tragico errore, anzi un errore ancora più grave, perché oggi Salvini non ha il consenso che aveva allora. Lo stanno provocando ad uscire dal governo, ma Salvini non gli deve fare questo regalo.

 

 

Stare dentro, portando dentro il governo gli interessi degli italiani. Questa è la strategia vincente. L'investimento su Draghi è sul lungo periodo, il che non comporta che non si possa di volta in volta modificare a proprio vantaggio il profilo dell'investimento. Oggi sulle "chiusure" e domani, chissà, su recovery plan. Sarà anche importante la "transizione ecologica", ma prima devi dare un lavoro a chi è disoccupato. Si può tirare un po' la corda senza romperla. Draghi ha un sostegno internazionale fortissimo, basta leggere la prima pagina del Financial Times di ieri per rendersene conto e la sua forza in Europa è destinata a crescere dopo il tramonto di Angela Merkel. Ormai è molto probabile che Draghi arriverà fino alla fine della legislatura - e non sappiamo neppure cosa vorrà fare dopo - meglio comunque per Salvini stare dentro questo governo che fuori, senza per questo rinunciare ad alzare la voce quando è il caso.

 

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