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Coronavirus, vietato dire la verità. Italia maglia nera: il confronto con i Paesi stranieri

Francesco Bertolini
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L'India ha una popolazione di un miliardo e quattrocento milioni. Forse questo numero è troppo grosso per chi informa gli italiani, forse all'esame di giornalismo le proporzioni venivano considerate un attentato alla democrazia o forse più semplicemente un esercito di servi incapaci di ragionare si allinea senza pensarci più di tanto alla narrazione dominante. E la narrazione dominante oggi è l'India, che ha un numero di contagiati enorme e un numero di vittime raccapricciante; la variante indiana rischia di bucare i vaccini, quindi bisogna prestare grande attenzione a quello che avviene in quel paese.

Il confronto con gli altri - I numeri, i benedetti numeri, sono diventati eversivi. L'Italia continua ad avere più morti per milione di abitanti rispetto agli Stati Uniti, al Brasile del diavolo Bolsonaro, alla Gran Bretagna, alla Russia, alla Spagna, dove tutto è più aperto rispetto a noi da molti mesi etc. Solo l'Ungheria (tra l'altro in testa come numero di vaccinati) e pochissimi altri piccoli paesi hanno numeri peggiori dell'Italia. C'è da chiedersi perché si continui a raccontare che in altri Paesi le persone muoiono come zanzare sul vetro della macchina. Probabilmente in India i numeri ufficiali (incredibilmente bassi sul fronte dei decessi, ma anche dei contagi se pensiamo che ha 23 volte il numero di abitanti rispetto al nostro paese) siano sottostimati rispetto alla realtà, mentre da noi siano sovrastimati per la vecchia e mai capita regola che se un morto di infarto risulta positivo al Covid viene catalogato come morto per il virus, ma ciò non toglie che o si guardano i numeri ufficiali e su quelli si discute o si parla a vanvera.

Si parla a vanvera - Ma parlare a vanvera è forse l'attività più praticata in questo periodo, soprattutto in un Paese che già prima era poco aperto al mondo e che ora, chiuso nei propri confini a ascoltare televisioni che mostrano le pire indiane a pieno regime, pensa che tutto il mondo sia in preda a una carneficina divina. Come se in India le pire su cui bruciano i corpi siano state inventate per il Covid, come se fino a pochi mesi fa l'India fosse un modello di sanità e igiene pubblica. Ma è così, la propaganda del terrore, gli intubati senza sedativi in Brasile, sono il pane quotidiano dell'informazione. Le uniche speranze di uscita dal tunnel sono rappresentate dai vaccini. Nel frattempo nessuno ha parlato del ricorso al Tar, peraltro vinto, del ministero della Salute, contro le nuove terapie domiciliari che mille medici hanno sviluppato in questi mesi, salvando migliaia di persone; si deve continuare a seguire il protocollo ufficiale, sostanzialmente riassumibile in "aspetta e spera". C'è da chiedersi perché tutti questi medici che si sono prodigati, andando casa per casa a curare i malati e, nella stragrande maggioranza dei casi a guarirli, siano considerati dei negazionisti, degli irresponsabili che non seguono le indicazioni ufficiali. Forse non fanno notizia, un guarito fa meno notizia di un morto, se poi i morti bruciano alti nei cieli indiani, la notizia diventa da prima pagina.

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