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Beppe Grillo nega le violenze del figlio e uccide il M5s. Sondaggio, ecco gli effetti del video: le cifre dello schianto

Filippo Facci
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Lo sfogo infelice di un padre che difende il figlio (a torto o a ragione: probabilmente a torto) sta facendo perdere voti al partito che il padre aveva incidentalmente creato, questo almeno secondo gli ultimi sondaggi diffusi ieri sera tal telegiornale de La Sette: cresce la Lega (+0,6), è stabile il Partito Democratico mentre i Cinque Stelle perdono appunto l'uno per cento e vanno al 17.4 per cento, che non è un calo da poco. Calcolando che di recente non è successo nulla di particolarmente divisivo nello scenario politico generale, e che il centro della scena è stato guadagnato oltre ogni aspettativa soltanto dal video di Grillo (nessuno cercherà di convincerci che i destini della piattaforma Rousseau possano avere un ruolo) la faccenda si fa interessante perché l'impressione è che molti grillini non aspettassero altro.

 

 

È come se la rabbia e la veemenza forcaiola che è nel dna acquisito di molti grillini lasciasse intendere che gli allievi stiano mettendo in pratica quello che il maestro ha insegnato loro. Per dirla malissimo, quelli contro Giuseppe Piero Grillo hanno tutta l'aria di deliberati vaffanculo covati da tempo, non paiono l'improvvisa riscoperta che in Italia ogni santo giorno viene fatta violenza sulle donne (qualche milione all'anno, compreso lo stalking) da parte di scomposti e autoassolutori grillini in versione Michela Murgia. Forse (forse) ci sono anche tanti grillini pentiti che hanno trovato il pretesto inattaccabile per scaricare e autoassolversi dal disastroso equivoco da loro costruito in cabina elettorale negli ultimi anni. Eppure dovrebbero riconoscerlo: è sempre lui, è Beppe Grillo, i toni sono gli stessi: non ha fatto altro che sfogarsi in una versione faziosa rivolgendosi a un popolo e a un Paese faziosissimo. Forse conta anche il fatto che la difesa imbarazzata di Grillo non sta in piedi, perché in pratica corrispondeva alla descrizione di un ragazza che sarebbe stata «consenziente» o «consensuale» per ore intere tra l'altro con più ragazzi decisamente in ormone, come in genere fanno solo - a pagamento - le pornostar.

Insomma, i grillini non sono mai stati civicamente i più adatti a rassegnarsi alla «giustizia che fa il suo corso» e figurarsi alla presunzione d'innocenza come basamento dello stato di diritto. Poi c'è la rabbia rivedicatoria delle grilline, anche se molte sono semplicemente imbarazzate: pare che in questi giorni non rispondano più al telefono. Prendete una come Maria Edera Spadoni, che da principio aveva detto di essere dispiaciuta per Grillo «come padre»: è pur sempre la donna che nel 2019 presentò la norma che ha portato a 12 mesi il tempo utile per presentare una denuncia di violenza sessuale, contro i 6 previsti prima. Alessandra Maiorino, una che chiacchiererebbe con chiunque, ha fatto la parte di quella che «Non ho letto le carte dell'inchiesta, non posso commentare». E quando mai le hanno lette? Comunque ha aggiunto: «Ribadisco che quello di Grillo è stato un video che ha fatto male a tutti».

 

 

Il sottosegretario grillino alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri invece ha detto che Grillo «più che disperato mi è apparso esasperato, ha sbagliato in quel commento sui tempi della denuncia, non si possono contare i minuti quando si tratta di una donna violentata». Una critica quasi elaborata, ma in generale, dai grillini, anche i più ciarlieri, non ottieni di più. Tacciono, si negano: significa che è grave davvero. Per andare a botta sicura i giornali hanno dovuto inseguire una Laura Boldrini qualsiasi: «Il video di Grillo? Deprecabile, ma non è coerente con il post che nel 2014 fece contro di me: "Cosa fareste alla Boldrini in macchina?"». Insomma, c'è timore che le possibilità siano due: che vada male o che vada peggio. Sul piano giudiziario, male di sicuro. Sul piano politico, piovono sospetti sul fatto che l'avvocato di una delle vittime di Ciro Grillo & amici sia proprio Giulia Bongiorno, deputata leghista, militante antimaschilista che si dice abbia rivelato qualche dettaglio a Matteo Salvini. Dal clima che c'è, insomma, non stupisce un calo dei Cinque Stelle dell'1 per cento, ma che non sia peggiore.

 

 

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