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Green Pass, bene il certificato ma forse va alzata l'età: quanti guai con i minori

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Sandro Iacometti
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Che un quarto dei clienti abbia rinunciato al ristorante per colpa del green pass e, in particolare, dell’obbligo scattato anche per i minori, come ha denunciato ieri Luigi Scordamaglia, è da verificare. Detto questo, la questione sollevata dal presidente di Filiera Italia, che ha chiesto di esentare i più giovani, non è da liquidare con un'alzata di spalle.

 

 

Se è vero che il certificato vaccinale, considerati i numeri della campagna d'immunizzazione e quelli dei contagi, è forse l'unico modo per convivere con le varianti, è anche vero che, per una questione di tempistica, nella popolazione si è creata un'asimmetria di cui il governo dovrebbe tenere conto. Non tanto per i ristoranti, che pure sono straimportanti, quanto per le famiglie, che si troveranno per forza di cose a combattere con i divieti per i ragazzi dai 12 ai 18 anni senza green pass.

 

 

Il via libera per i più piccoli è arrivato un paio di mesi fa. Il dato attuale di un milione di vaccinati su un totale di quasi 5 milioni è già molto, ma è chiaro che tantissimi genitori "in regola" si troveranno, volenti o nolenti, con i figli "fuorilegge". L'accelerazione imposta dal governo riguarda la ripresa scolastica. E i tempi sono quelli che sono. Ma è un motivo sufficiente, visto che poi sembra che siano i prof (il 15%) a non vaccinarsi, per rovinare l'estate a migliaia di italiani?

 

 

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