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Alessandro Sallusti: "Berlusconi è un folle, i magistrati che lo perseguitano piccoli uomini che fanno tristezza"

Silvio Berlusconi

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Anche negli uomini più forti e tenaci c'è un limite alla sopportazione superato il quale non il dolore o la paura ma la dignità impone la resa, parola fino a ieri non prevista nel vocabolario di Silvio Berlusconi. E invece il Cavaliere ha annunciato ai magistrati che non intende più combattere per fare valere la sua verità e i suoi diritti di persona ammalata nell'ultimo - ridicolo diciamo noi - processo che lo vede imputato a Milano. I pm e i giudici che ancora lo stanno braccando si accomodino pure ed emettano una sentenza di condanna che appare scritta ancora prima della camera di consiglio, ma non potranno, come da loro richiesto come condizione per rinviare il processo, sottoporre Berlusconi a visita psichiatrica per stabilirne la capacità di intendere e volere. 

 

Non è la prima volta nella storia che mediocri e frustrati burocrati provano a umiliare i grandi uomini loro contemporanei. Ma per stabilire che Silvio Berlusconi è un po' mattacchione non c'era bisogno di alcuna visita, bastava leggere la sua biografia. Bisogna infatti essere matti, quando hai una vita piena di agi frutto di precedenti mattane (per esempio inventarsi dal nulla la prima televisione privata nazionale, la prima banca senza sportelli o il grande Milan) a voler lasciare tutto per prendersi sulle spalle un Paese dell'Occidente che stava per finire nelle mani del più grande partito comunista d'Europa.

 


Roba da matti, come aver preso due partiti ritenuti di fatto fuori dall'arco costituzionale, An e Lega, e averli portati - garantendo per loro - a governare con successo una grande democrazia. Bisogna davvero essere matti ad aver immaginato di cambiare gli equilibri del mondo portando la madre Russia al suo posto naturale, cioè al centro dell'Europa, ed essere arrivato a un soffio dal farlo. Da matti dare lavoro a decine di migliaia di persone, pagare decine di miliardi di euro di tasse, ma soprattutto è da matti pensare di fare tutto questo e farla franca in un Paese come il nostro che non conosce la parola riconoscenza e dove anche gli arbitri fanno i giocatori, siano essi presidenti della repubblica o magistrati. Sì, in Silvio Berlusconi ho riconosciuto più volte la lucida follia che manda avanti il mondo e questi piccoli uomini che si accaniscono contro di lui mi fanno una grande tristezza. Oggi più che mai.

 

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