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Luciana Lamorgese ossessionata dai fascisti: il ministro apre la "caccia alle camicie nere" online

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Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese vorrebbe introdurre alcune modifiche alla legge Mancino. «La legge Mancino è del 1993 ed era innovativa e coraggiosa. Nulla toglie che oggi ci possano essere delle modifiche che tengano conto del modo in cui si è evoluta la realtà che oggi stiamo vivendo. All'epoca non c'erano i fenomeni di razzismo e discriminazione in rete», ha detto ieri l'inquilina del Viminale. 

 

Nel mirino del ministro c'è in particolare la privacy degli utenti che decidono di rimanere anonimi, specialmente nel programma di messaggistica istantanea Telegram. «La tutela della privacy degli utenti, elemento peculiare della policy aziendale di Telegram, costituisce una seria difficoltà investigativa per il perseguimento dei reati d'odio», ha detto la Lamorgese. «Telegram e altre piattaforme per politica aziendale garantiscono l'anonimato e complicano l'identificazioni degli autori dei messaggi d'odio. 

 

In particolare Telegram risulta quella preferita per la diffusione di materiale multimediale e soprattutto di comunicazioni riservate, in quanto attraverso lo sviluppo di sistemi complessi di crittografia dei dati garantisce un elevato livello di sicurezza dei contenuti condivisi dagli utenti che possono rimanere anonimi e creare canali con un numero di utilizzatori praticamente illimitato». Nonostante questo il ricorso alla Legge Mancino ha protato «dal 1° gennaio al 31 dicembre 2020 alla denuncia di 106 persone e all'esecuzione di 21 arresti. Nei primi otto mesi dell'anno in corso tale azione ha portato alla denuncia di 69 persone e di 5 arresti», ha precisato il ministro.

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