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Alessandro Sallusti, la confessione: "La firma del Corriere che mi ha tirato una sedia addosso", smascherato il "furbetto dell'affitto"

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"La casa è una merce di scambio potentissima per la politica": Alessandro Sallusti, ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica su Rete 4, ha affrontato il tema casa e catasto nel corso della trasmissione. E ne ha approfittato per raccontare un aneddoto particolarmente curioso sul suo passato. "Ricordo che negli anni 90, quando scoppiò Affittopoli a Milano, io ero al Corriere della Sera. Andammo a documentare tutte queste porcherie e tra i tanti beccammo anche un collega molto importante del Corriere che si occupava di cultura"., ha spiegato il direttore di Libero.

 

 

 

Sallusti poi ha continuato dicendo che i primi dubbi arrivarono dopo aver letto i suoi pezzi: "Scriveva benissimo dell'attività culturale del comune di Milano ma nel frattempo aveva una casa in Galleria, nel salotto della città, e pagava 230 euro al mese". Quando allora il direttore decise di fare il suo nome sul quotidiano, si scatenò il caos: "Il giorno che uscì il suo nome, perché io ero a capo della cronaca di Milano e pubblicai anche il suo nome, lui durante la riunione di redazione entrò nella mitica sala Albertini e mi tirò addosso una sedia dicendomi 'tu sei un mascalzone'".

 

 

 

Il direttore di Libero, però, non ha alcun rimpianto. E a tal proposito ha detto: "Io sarò stato anche un mascalzone ma lui pagava 230 euro un attico in galleria". In un secondo momento, poi, Sallusti ha spiegato che "adesso si vendono e svendono le case e si bara sulle graduatorie solo per raccattare quattro voti a destra e sinistra". 

 

 

 

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