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Mario Draghi, il paradosso: tutti lo vogliono ma nessuno lo sposa. Sallusti, la profezia sul Quirinale

Alessandro Sallusti
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Il presidente Sergio Mattarella esce di scena e tutti a dire: adesso tocca a Draghi. Ma Mario Draghi, nella sua corsa al Quirinale, rischia di fare la fine di quella bella donna che tutti vogliono ma che nessuno sposa proprio in quanto troppo bella e quindi troppo impegnativa. Perché a loro volta i partiti, nonostante i loro proclami, sono maschilisti come gli uomini di una volta: a casa e nella vita vogliono comandare loro, non dipendere dalla donna che pure amano e Draghi al Quirinale sarebbe per sette anni - anche per la sua invadenza- padrone assoluto nella casa della politica italiana. Osservazioni banali? Certo, ma attenzione che anche il potere segue logiche banali più di quanto uno si immagini, a tutti i livelli.

 

 

 

Oggi è documentato che quando Ronaldo ha lasciato la Juventus i compagni di squadra hanno brindato, non ne potevano più di vivere all'ombra del fuoriclasse portoghese e pazienza se la stagione sta andando a rotoli come ampiamente prevedibile. Fateci caso: oggi nessuno dice no a Draghi presidente, ma nessuno dice un netto e chiaro sì. I più lo elogiano come premier insostituibile. Premier, appunto, cioè stia lì dove è e restituisca ai partiti il giocattolo della politica che poi ci penseranno loro a dettare le regole del gioco e soprattutto a dettare le nomine nei punti strategici dello Stato visto che è un anno che non toccano palla. Il paradosso è che, fotografando la situazione oggi, solo un uomo potrebbe spianare- intestandosi per primo la candidatura di super Mario - la strada di Draghi verso il Colle. Quest' uomo si chiama Silvio Berlusconi, ma c'è un piccolo problema: anche lui - anzi al momento solo lui - è in corsa per la stessa ambita poltrona e quindi niente da fare.

 

 

 

Di fatto i due unici ufficiosamente in campo si elidono a vicenda: la presenza di Draghi rende improbabile il successo di Berlusconi, Berlusconi impedisce quantomeno in prima battuta l'appoggio del Centrodestra a Draghi, uno stallo che non dispiace alla maggioranza degli addetti ai lavori. Tanto che gli scommettitori sono già alla caccia del terzo incomodo su cui puntare. Il nome non c'è ancora ma l'identikit sì: gradito al Centrodestra, autorevole sì ma solo quanto basta per non fare ombra ai partiti. Buon anno cara Italia, è davvero il caso di farci tanti auguri.

 

 

 

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