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Mario Draghi, Alessandro Sallusti e l'avviso di sfratto: "Passare ai fatti, altrimenti il governo non ha senso di esistere"

Alessandro Sallusti
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Lascio volentieri ad altri più esperti l'analisi di ciò che sta accadendo sul campo a partire dal possibile coinvolgimento indiretto della Cina nel conflitto, ovviamente al fianco della Russia. Quello che, rimanendo in casa nostra, appare però chiaro anche a noi è il senso di smarrimento degli italiani alle prese con una guerra non guerra rispetto alla quale il governo appare, lo ripetiamo a costo di annoiare, incerto ed evasivo. I problemi incalzano ma le decisioni ritardano. 

 

 

Ieri, per esempio, si è preso atto che la gestione delle migliaia di profughi che stanno arrivando in Italia non può essere soltanto un problema affidato alla solidarietà privata e associativa, servono (tanti) soldi e linee guida oggi neppure abbozzate tanto che le Regioni - su cui grava il grosso dell'impatto- sono già in affanno e hanno lanciato l'allarme. I sindaci invece hanno fatto sapere che molti comuni rischiano la bancarotta per i rincari dell'energia non più sostenibili ma dei provvedimenti per alleggerire a loro - come a famiglie ed imprese - il costo di gas e carburanti non c'è neppure l'ombra, nonostante il governo possa agire da subito e autonomamente su tasse e accise che compongono il prezzo alla pompa e nelle bollette per le quali al massimo si parla della possibilità di una rateizzazione. La guerra non guerra ha messo in luce gli errori della politica energetica degli ultimi anni ma di riattivare gli impianti a carbone e le 752 trivelle che estraevano gas dal nostro sottosuolo (un potenziale di 92 miliardi di metri cubi) ancora non se ne parla, più per l'avversione ideologica di una parte della maggioranza - grillini e sinistra che per impedimenti tecnici. 

 

 

E resta pure un punto di domanda la soluzione di un grosso pasticcio tornato a galla in questi giorni: è possibile lasciare oggi, ma anche un domani, nelle mani di una società russa fedelissima a Putin i sistemi di sicurezza informatica delle nostre istituzioni (c'è pure Palazzo Chigi), come da contratto sciaguratamente firmato qualche anno fa non si capisce ancora per volontà di chi? Insomma, di parole in questi giorni ne abbiamo sentite anche troppe. Ora urge, su tutti i fronti, passare ai fatti. Altrimenti vuol dire che questo governo non ha più senso di esistere

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