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Cts addio, non ci mancherai: così gli 11 "esperti" sono stati fregati da vanità e tv

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Francesco Specchia
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Un po' più noti della congrega degli Efori spartani, un po' meno dei Savi di Sion e della Stasi, i membri Cts, del mitico Comitato Tecnico Scientifico, vedranno l'ultimo barlume della pandemia dal crepuscolo. Con la fine dello Stato d'Emergenza si spengono le luci, tacciono le voci e gli 11 espertoni- torneranno dal 1° aprile, ognuno alla precedente attività. Il ferreo presidente Locatelli deus ex machina del Consiglio Superiore di Sanità, l'ubiquo portavoce Brusaferro travet all'Istituto Superiore, Abrignani l'uomo delle Regioni, Palù il signore del farmaco col siringone in mano, tra gli altri: tutti sono lì, in queste ore, col naso immerso negli scatoloni, avviati verso un mesto "tutti a casa".

 

 

Adios, Cts. Non ci mancherai. Perché, parliamoci chiaro, l'ineffabile Comitato, fin dal suo esordio il 5 febbraio 2020, da baluardo al Coronavirus, s'è via via trasformato in un simposio rivoluzionario e in una sorta di governo-ombra in grado di indirizzare pensieri, speranze, destini e finanche respiri dell'esecutivo. Il Comitato è stato il nostro Politburo sanitario. Ha avuto poteri assoluti e di moral suasion che derogavano (giustamente) al controllo di Parlamento e Consulta; è stato un oracolo spesso impantanato nella vanità dei suoi membri star dei talk e in una vischiosa palude burocratica, come disse lo stesso viceministro Sileri. Il quale denunciò apertamente a Dimartedì e a Tagadà su La7 le mancate risposte del Cts alle sue sollecitazioni su come ridurre la quarantena e sull'opportunità di test salivari nelle scuole. A conti fatti, il decantato "modello italiano" della gestione della pandemia, quando è passato dal Cts, ha fatto sentire tutti i suoi scricchiolii. Non è un caso che la rivista Nature, solo qualche giorno fa, abbia evidenziato tutti gli errori del nostro comitatone in una analisi perfida ma inconfutabile.

SENZA COMPETENZA
Scrive Nature: «Il Cts agisce in campi in cui non ha competenza. Meno della metà dei suoi attuali membri sono nominati a titolo personale, mentre gli altri sono responsabili di istituzioni sanitarie nominati d'ufficio al Cts. Solo due membri hanno esperienza nel campo della biotecnologia, ma in campi estranei alle malattie infettive». Ed ecco, spietatamente: il richiamo all'opinione sulla Dad (nessun membro del Cts ha esperienza di istruzione); e l'evocazione delle mancate risposte ai responsabili dei migliori centri di ricerca clinica e biotecnologica, che proponevano di aumentare la capacità diagnostica (vedi Crisanti che suggeriva 400mila test molecolari al giorno, mai ascoltato) sfruttando i loro centri di ricerca accademici e non ottenevano risposta; e il mistero dei documenti secretati; e il richiamo alla mancanza di tracciamento e di tamponi; e la confusione sulla gestione degli asintomatici e quella, discutibile, delle "varianti" del virus che, senza adeguato sequenziamento, ci ha resi più fragili. Il Cts ha creato degli ayatollah dalla idee confuse. Dalla pubblicazione dei suoi verbali si ebbe la certezza dell'approssimazione che lo spingeva a cambiare regole ad ogni seduta.

 

 

Gli esempi sono innumerevoli. Il cambio di idee sulle «barriere fisiche di separazione a patto che rappresentino elemento di perturbazione nella ventilazione». Le norme sulle mascherine imposte a tavola tra un boccone e l'altro. La fissazione di un limite di bagnanti nelle spiagge libere (un ossimoro). L'uso di Pfizer e Moderna in carcere. Poi c'è stato l'occultamento alla stampa dell'incasinato Piano di organizzazione della risposta dell'Italia in caso di epidemia, l'ambiguo decreto sugli stadi e quello sul canto nelle aule scolastiche, i dubbi sul paper che portò il governo Conte ad adottare una fase 2 rallentata. E l'uso curioso «dei dati individuali dei contagiati che portarono non a stime dirette ma a microsimulazioni basate sulla letteratura», come disse l'insigne statistico epidemiologico Alessio Farcomeni dall'Università di Tor Vergata, anch'egli inascoltato. Un elenco imbarazzante. Il Cts è stato un ottima stampella nell'emergenza. Ma, passata l'emergenza, ci aveva preso un po' troppo gusto...

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