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Vittorio Feltri: le amnesie di Aldo Grasso sulla vicenda di Enzo Tortora

Aldo Grasso

Vittorio Feltri
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Io sono un estimatore del professore Aldo Grasso, critico televisivo nonché corsivista del Corriere della Sera. Tuttavia mi tocca fargli notare una pecca. Ieri egli ha scritto un fogliettone in prima pagina dal titolo: "La riforma e la memoria di Tortora". In esso rammentala sbadataggine colpevole della Giustizia, che lo arrestò e condannò senza motivo, nonché la trasandatezza della stampa a cui non parve vero di poter considerare il giornalista, principe del piccolo schermo, uno squallido spacciatore di cocaina. I mugugni di Grasso su questa squallida vicenda sono pertanto più che opportuni. Egli ricorda che il Tg2, in particolare, si scagliò contro il personaggio noto al grande pubblico con evidente foga, pur non avendo in mano lo straccio di una prova a suo carico.

 

Segnalo che anche la totalità dei quotidiani all'epoca non risparmiò attacchi sgangherati a Tortora, giudicandolo frettolosamente un delinquente distributore di sostanze mortali. In quella funesta circostanza si scatenò una sorta di guerra contro il celebre uomo televisivo, forse perché era antipatico, ma - sospetto - soprattutto perché era capace di recuperare un pubblico enorme con i suoi programmi diffusi su tutto il territorio nazionale. Il povero Enzo, dotato di un linguaggio forbito e bene articolato, venne esposto al pubblico ludibrio, linciato dai suoi stessi colleghi e massacrato da magistrati imprudenti e scatenati.

Quando si svolse il processo di primo grado non c'era anima che scommettesse sulla sua innocenza. E, in effetti, egli venne condannato a dieci annidi carcere. Solamente il Corriere della Sera, diretto allora da Pietro Ostellino, ebbe il coraggio di difenderlo spiattellando una serie di elementi a sua discolpa. Si dà il caso che il giornalista inviato e incaricato di seguire la vicenda fossi io, che mi accorsi, spulciando i documenti giudiziari, di una serie di incongruenze che dimostravano l'insensatezza delle accuse. Si dà il caso altresì che in appello Enzo fu assolto con formula piena, il che non impedì alle toghe che lo avevano macellato di fare una luminosa carriera nel settore Giustizia.

 

Perché racconto queste cose orrende? Purtroppo Grasso si è dimenticato di precisare che fu il quotidiano di via Solferino, cioè il foglio sul quale Aldo scrive cose eccellenti, l'unico giornale che grazie a Ostellino e al suo cronista Feltri organizzò una difesa documentata di Tortora, rivelatasi decisiva. Caro Grasso, ti perdono, però questa precisazione la dovevo ai lettori. Tuoi e miei.

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