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Maturità, Pascoli o Verga? Gli esami restano sempre al passato remoto

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Vittorio Feltri
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Tutti noi, più o meno vecchietti, abbiamo un ricordo degli esami di maturità. Solo l'idea di affrontarli ci intimidiva. Ovvio la prova era decisiva per il proseguimento degli studi. Sapevamo poco o niente di tutto e il fatto di dover affrontare il tema scritto ci faceva tremare i polsi e non solo quelli. Poi però di fronte alle tracce fornite dal ministero qualcosa di buono, di potabile, si trovava sempre. In effetti non mancava mai un argomento di estrema attualità. Ricordo di aver scelto per comodità, visto che già scrivevo cazzate sui giornali, un fenomeno sociale all'epoca dirompente: i banditi a Milano che avevano sconvolto la metropoli. Descrissi con una certa cura il clima di quella stagione violenta e le sensazioni più diffuse tra la gente. Erano questioni elettrizzanti che avevano turbato l'opinione pubblica, quindi non faticai a raccontare ciò che io stesso avevo vissuto con grande partecipazione emotiva.

 

 

Oggi invece i temi scelti dagli esperti per misurare le capacità critiche dei candidati sembrano appartenere a una sorta di antiquariato: le vicende della Segre, per quanto commoventi, o la via Ferrata di Giovanni Pascoli, nonché Nedda di Giovanni Verga odorano di antico e non possono misurare il grado di preparazione dei nostri maturandi. Tutto ciò dimostra che la scuola vive ancora in un passato remoto e impone ai giovani di guardare indietro anziché davanti. L'esame di maturità avrebbe ancora un senso se mirasse a valutare la consapevolezza dei giovani a riguardo della attualità, mentre è assurdo pretendere da loro che rimestino nell'antichità.

 

 

Il loro componimento se non tiene conto di quanto sta accadendo nel Paese non servirà a capire se sono all'altezza degli studi universitari. A questo punto si impone un'altra riflessione. Gli studenti delle superiori frequentano per cinque anni i licei o gli istituti tecnici, se durante il ciclo non vengono bocciati significa che sono in gamba, pertanto i loro insegnanti possono dire se hanno le capacità di accedere alle Accademie, senza bisogno dell'esame di maturità che si conferma una pratica inutile

 

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