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Immigrazione, Alessandro Sallusti: è partito l'assalto alle frontiere. Ma non sono i russi...

Alessandro Sallusti
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La guerra in Ucraina ha modificato l'agenda della politica e dell'informazione ma ciò non vuol dire che le emergenze pre conflitto si siano magicamente dissolte. Anzi, semmai è vero il contrario, cioè che fuori dai riflettori e quindi dal controllo stretto, i problemi lasciati aperti si stiano incancrenendo, come sta succedendo per l'immigrazione clandestina. L'Italia è sotto pressione per gli sbarchi come da tempo non accadeva e alle porte di casa le frontiere europee sono letteralmente sotto assalto, ma i russi non c'entrano. Duri scontri, con decine di morti e centinaia di feriti, sono in corso tra il Marocco e la Spagna nell'enclave di Melilla assediata da migliaia di immigrati. Le immagini terribili che arrivano fino a noi dimostrano una violenza feroce da ambo le parti e una situazione fuori controllo. La cosa ci riguarda molto da vicino, per l'Italia lo scacchiere del Mediterraneo è assai più importante di quello a ridosso dei Balcani dove Russia e Ucraina si stanno giocando la partita della vita.

 

È importante non soltanto per la nostra posizione geografica (siamo il confine sud dell'Europa), non solo perché porto di primo approdo per i disperati che tentano la traversata ma anche per i nostri interessi economici nella fascia del Nord Africa, dove fino a pochi anni fa le nostre aziende giocavano un ruolo di primo piano mentre ora a fatica riescono a difendersi dalla concorrenza e dall'invadenza di francesi e turchi. Insomma, per noi il Mediterraneo, a differenza dell'Ucraina, è luogo strategico e la sua stabilità fondamentale. Dopo le sciagurate primavere arabe innescate dal duo Obama-Clinton e dopo le disastrose scorribande in Libia del presidente francese Sarkozy, l'Italia non può permettersi ulteriori problemi sul suo fianco più scoperto.

 

Se le scintille che oggi vediamo a Melilla non saranno subito spente e diventeranno un falò, per noi non sarà facile tenere botta, né sul fronte sbarchi né su quello dell'approvvigionamento energetico. Per cui prima che sia troppo tardi riaccendiamo il faro su quella parte di mondo e illuminiamolo in modo che tutti possano vedere che succede. Sarebbe assurdo e pericoloso essere uniti sull'Ucraina e divisi sulla difesa della nostra frontiera Sud. Putin è certamente un problema, ma non è l'unico e forse neppure il più spinoso

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