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Milano e Peschiera, la sinistra resta in silenzio solo davanti alle vere violenze sessuali

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Nella basilica spiccavano le penne dei tanti alpini presenti

G.V.
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La memoria corre a Milano e a Peschiera del Garda. Alla Milano in cui, lo scorso Capodanno, decine di ragazze vennero accerchiate, palpeggiate e molestate da branchi di ragazzi, quasi tutti di origine maghrebina. Ma anche alla Milano in cui continuano a consumarsi violenze da parte di immigrati ai danni delle donne, come è successo lo scorso sabato allorché un egiziano irregolare e un uomo originario della Nuova Guinea, insieme a un altro criminale, hanno stuprato una donna dietro una siepe. E poi pensi al treno da Peschiera del Garda a Milano dove a inizio giugno scorso numerose ragazze sono state braccate, molestate e insultate da ragazzi di colore, in nome di un odio razziale e sociale, oltre che sessista.

«Donne bianche voi non potete stare qui... siete delle privilegiate», dicevano loro i molestatori. In tutti questi casi qual è stata la reazione della sinistra, dalla politica alle firme dei giornali? Il silenzio, la colpene dei fatti di Peschiera, a fronte dell'evidenza inconfutabile dei fatti e della loro matrice, giornali come La Stampa, il Corriere e la Repubblica, almeno nei primi giorni si sono cimentati nel salto triplo carpiato che ha consentito loro di non nominare mai i responsabili e loro identità etnica. Si parlava di ragazze molestate, di aggressioni, di assalti sessisti. Ma che ci fosse uno che dicesse che erano molestie commesse da neri e per razzismo...

A riguardo, erano state significative le parole di Valeria Valente, senatrice dem e presidente della commissione Femminicidio, che aveva scaricato le colpe genericamente sul maschilismo perché «l'immigrazione c'entra poco, la violenza contro le donne prescinde dal colore della pelle degli autori, lo sappiamo bene». Ancora meglio, cioè peggio, aveva fatto quanto a esegesi del fenomeno la giornalista Karima Moual, raccontando in un pezzo su Repubblica la frrustrazione dei figli degli immigrati che, se si macchiano di certi gesti, è solo perché si sentono esclusi e sfruttati. «Noi più africani che italiani, ma siete voi a farci sentire così» era il virgolettato nel titolo, seguito da una spiegazione sotto, ancora più agghiacciante: «Ci avete ghettizzato, non stupitevi se chi non ha niente poi dà sfogo al suo disagio».

Ah ok, quindi palpare della ragazze bianche è la loro forma di rivincita, il loro modo un tantino forte di manifestare il disagio... È incredibile come la percezione di certi gesti cambi a sinistra a seconda del colore della pelle di chili compie. Ma è ancora più incredibile come si ponga enfasi su fatti che poi si dimostrano inconsistenti come quello degli Alpini, mentre si minimizzino casi gravissimi dove le denunce e le molestie ci sono davvero. Ma alla sinistra, oltre che la sorte delle donne, interessa poco anche la verità. G.V.

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