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Veneto, gli industriali traditori che si battono contro il centrodestra

Alessandro Gonzato
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Il presidente di Confindustria Veneto Enrico Carraro si sente «tradito dal centrodestra e dalla Lega» e to', lo dichiara alla Stampa, braccio armato di Enrico Letta assieme a Repubblica. Carraro rompe il silenzio chiesto in un momento tanto delicato dal leader nazionale degli industriali, Carlo Bonomi, e a metà intervista (ne ha "concessa" un'altra dello stesso tenore al Gazzettino) ne esce qualcosa che somiglia più a una minaccia che a una riflessione: «Molti colleghi che vedevano il centrodestra come un'area che avrebbe interpretato il buongoverno sono stati smentiti dai fatti, ma questo è un problema che verrà risolto alle urne». Domanda successiva: «Il centrodestra è dato in vantaggio, come pensa che finirà?». «Non so, ma non vorrei che ci rimettessero i cittadini». 

 

Dunque se vincerà il centrodestra ci rimetteranno gli italiani? Alcuni malignano che Carraro, subentrato a 22 anni nell'azienda metalmeccanica di famiglia ed entrato in Confindustria nel 2011, stia giocando una doppia partita: per Letta, pronto a tutto per un pugno di voti in più, e di rimando per se stesso, dato che non è un mistero che il rappresentante dei grandi imprenditori veneti sia tra gli aspiranti alla successione di Bonomi il cui mandato scadrà nel 2024, e chissà che il passaggio di consegne non possa subire un'accelerata nella tragica ma al momento improbabile eventualità che l'ammucchiata sinistra il 25 settembre la spunti.

Dei grillini, causa scatenante della crisi di governo, non c'è praticamente traccia nell'intervista, se non questa: «La delusione non è tanto per i 5Stelle. Gli imprenditori hanno perso i loro referenti». E poi: «Il senso di responsabilità pensavo fosse superiore all'interesse di poltrone e invece si è aperta una crisi al buio, come dimostra il fatto che il centrodestra non abbia ancora deciso chi sarà il proprio leader».

 

Sembra l'editoriale di un commentatore di Repubblica, o della Stampa, per l'appunto. I salotti chic scendono in campo e pretendono di interpretare il sentimento della gente a dispetto di ogni sondaggio che al momento premia la coalizione avversaria. Che poi: è il centrodestra che ha «tradito» il Paese o Carraro che ha tradito la linea di Confindustria? Carraro, che da persona esperta dà una carezzina alla Meloni sull'alleanza atlantica, riesce a definire il Pd «coerente» e ci chiediamo in cosa dato che aveva fatto della cannabis libera e dello ius scholae i cardini degli ultimi mesi di legislatura: altro che taglio del cuneo fiscale e incentivi al lavoro come vorrebbero i padroni delle aziende. Altra domanda: «Se potesse esprimere un desiderio chi vorrebbe come premier?». «Una persona delle istituzioni (...) che abbia una forte reputazione nei tavoli internazionali soprattutto in Europa. So che il profilo assomiglia a Draghi, ma credo che chiunque vinca debba interpretare questi bisogni». A dargli manforte il ministro Gelmini, appena uscita da Forza Italia: «Carraro punta il dito contro Lega e Fi. Hanno condannato il Paese all'instabilità. Come dargli torto?». Con le urne, come direbbe Carraro. 

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