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Presidenzialismo, ora è diventato un insulto. Che roba è la sinistra

Gianluca Veneziani
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All'armi, son presidenzialisti! Non bastavano le accuse di essere fascisti, razzisti, sovranisti, omofobi, sessisti, putiniani. Ora si è aggiunta un'altra categoria del disprezzo ideologico-antropologico contro la destra: la colpa di volere il presidenzialismo. Già immaginiamo gli slogan: presidenzialisti tornate nelle fogne! Uccidere un presidenzialista non è reato! Le parole di Berlusconi (un'ovvietà: «Se entrasse in vigore la riforma, sarebbero necessarie le dimissioni di Mattarella per andare alle elezioni dirette di un nuovo Presidente che potrebbe essere ancora lui») sono bastate per scatenare il fuoco dei compagni ossessionati dalla dittatura (forse perché, fino a qualche decennio fa, ne amavano una, quella sovietica).

 

 

Ecco Letta dire che «il messaggio dell'uomo forte è radicalmente contrario alla Costituzione», il presidente di +Europa Magi sostenere che «la riforma presidenzialista è pericolosa» e il presidente dell'Anpi Pagliarulo gridare che «il pericolo presidenzialista cancella la Costituzione e la figura del capo dello Stato come garante». Li preferivamo quando si limitavano alle accuse di fascismo. Del resto, pure se la Meloni fa capire in tutte le lingue di non essere fascista, a sinistra insistono: è «una falsa abiura», dice sul Domani la politologa Nadia Urbinati.
Che aggiunge: Giorgia «forse "celebrerà"il centenario della marcia su Roma, il 22 ottobre». È il 28 ottobre, Nadia. E meno male che fai la politologa...

 

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