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Dazn caos, Pietro Senaldi: i partiti nel pallone cercano voti nel calcio

Pietro Senaldi
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Sarà il caldo, ma questa campagna elettorale pare sempre più in balìa dei colpi di sole che i vari leader rimediano con frequenza quotidiana. Letta si propone come baluardo della democrazia. Ossessionato da Meloni e antifascismo, si atteggia a ultraeuropeista e amico degli omosessuali e si contende con Renzi e Calenda il ruolo di vedovo non consolabile di Draghi.
Poi fa le liste dem e sbatte fuori Emanuele Fiano, figlio di un internato ad Auschwitz, Vincenzo Amendola, sottosegretario di Stato con delega agli Affari Europei nonché esponente Pd più vicino al premier, e Monica Cirinnà, quella che la famiglia le rompe le palle e il gay-pride invece la eccita. Sempre per dimostrarsi pluralista, benché nessun congresso l'abbia mai nominato, cambia i connotati al partito facendo piazza pulita di ogni residuo renziano rimasto, sacrifica chi si fa il mazzo da decenni sul territorio, per esempio il campione milanese di preferenze Pierfrancesco Maran, ma si tiene stretti i reperti berlusconiani Casini e Lorenzin.

OPPORTUNISMO - Ma anche altri sono i sintomi di giornata di quanto la politica sia nel pallone, parola scelta non a caso, visto che a tenere banco è la questione Dazn, piattaforma televisiva a pagamento che si è aggiudicata i diritti per trasmettere le partite di Serie Ama, causa problemi tecnici, non riesce a fare fronte all'impegno nel migliore dei modi, scatenando la rabbia del pubblico che si è abbonato perla modica cifra di quaranta euro al mese. Da Salvini a Calenda, dal Pd al piùeuropeista Della Vedova fino a Forza Italia, il pasticciaccio del calcio negato ha messo d'accordo tutti i partiti, che si sono buttati a pesce a denunciare lo scandalo del disservizio. I più ridicoli, tanto per cambiare, sono stati i dem, che hanno invocato l'intervento dell'Autorità per la Garanzia nelle Comunicazioni; ma a essere onesti, tutti gli interessamenti del Palazzo, che per lo più ha reso noto il proprio sdegno intervenendo sui social da sotto l'ombrellone, hanno tradito il sudaticcio e viscoso sapore dell'opportunismo pre-elettorale.
Invero, non è la prima volta che Dazn manifesta qualche difficoltà di ricezione; solo che la politica, oltre a infervorarsi a favore di elettore, finora ha accuratamente evitato di fare quel che poteva per ovviare all'inconveniente, non pretendendo standard di diffusione del segnale né redigendo leggi a maggiore tutela del consumatore. Oggi, che i programmi elettorali non riescono a scaldare una platea sempre più distaccata, si punta sul calcio, l'unica cosa che interessa agli italiani; in verità, non proprio a tutti, diciamo a uno su due, ma in tempi di magra è grasso che cola.
Non si vuole certo qui ridimensionare l'importanza del campionato di calcio. Anzi, comprendiamo il fastidio di chi paga e magari fa rinunce per il piacere di vedere la partita in poltrona. È giusto che la politica tuteli i consumatori beffati. Ma con le bollette alle stelle, l'inflazione ai livelli dei primi anni Ottanta, sei milioni- in crescita - di italiani che non arrivano a fine mese, il debito pubblico al massimo storico, un autunno alle porte annunciato come da tregenda, una guerra di cui sono certi solo i costi e migliaia di clandestini che arrivano ogni giorno, viene spontaneo chiedersi se il fatto che domenica scorsa non si sia riusciti a veder bene Fiorentina-Cremonese sia davvero un dramma nazionale.
 

PANEM ET CIRCENSES - Per ingannare il popolo e continuare a farsi gli affari propri, la ricetta dei politici dell'Antica Roma era panem et circenses. Nella Roma moderna però il pane è schizzato di prezzo, anche se quello del grano scende, e quindi la casta attuale punta tutto sul gioco, del pallone. La speranza è che lorsignori si illudano e anche i tifosi più accesi non ci caschino. Fiamme, marijuana e ora pallone, tutto fa brodo pur di non affrontare i temi veri. Il Paese va indietro per la scuola, la giustizia, la burocrazia e il fisco. Ma a parte quest' ultimo tema, che sembra interessare solo il centrodestra, il quale non si sa neppure quanto davvero sarà in grado di mantenere le promesse di abbassare le tasse, tutte le questioni principali che sarebbero alla base di un corretto funzionamento della democrazia vengono schivate dai nostri politici in campagna elettorale con l'abilità di uno slalomista. E allora processiamo Dazn e assolviamo tutto il baraccone, tanto Dio ha smesso di mandarcela buona già da un pezzo. E presto il segnale di questo sarà a tutti molto più evidente di quello della piattaforma televisiva, anche se essa dovesse risolvere i propri problemi nel migliore dei modi. Cosa che è difficile dubitare che farà.

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