Mafia: la 'rivolta' dei commercianti in una giornata normale per Borgo Vecchio (2)
(AdnKronos) - "In un contesto difficile come quello di Borgo Vecchio, dove tutti si conoscono e nulla passa inosservato, il valore della collaborazione dei commercianti, benché stimolata dall'autorità giudiziaria e dai carabinieri, rimane molto significativo ed è motivo di grande speranza - dice all'Adnkronos Daniele Marannano dell'associazione Addiopizzo - A chi si è opposto cercheremo di non far mancare il nostro supporto per allargare la rete di coloro che si sono definitivamente liberati di questo fardello". Marannano sottolinea anche "il rovescio della medaglia" che evidenzia l'indagine dei Carabinieri. "Purtroppo il lavoro meritorio ed indispensabile di magistrati e forze dell'ordine non è sufficiente se non si assicurano politiche sociali e diritti essenziali, come quello alla casa e al lavoro, per sanare povertà economiche ed educative che investono sempre più cittadini". Diciotto commercianti su venticinque hanno ammesso di aver pagato il pizzo. Gli altri hanno negato, preferendo correre il rischio di essere indagati per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra. "Borgo Vecchio è sempre un quartiere difficile ma la scelta di alcuni, anche se sollecitati, di ammettere di essere vittime di estorsione è già segno di una rivoluzione, seppure lenta" afferma all'Adnkronos Enrico Colajanni dell'associazione antiracket Libero Futuro. "Non molto tempo fa - racconta - un imprenditore è andato via dal quartiere perché non riusciva più a reggere il contesto. Oggi il susseguirsi incalzante di operazioni delle forze dell'ordine conferma che il fronte della rivolta, anche se tardiva, si allarga. Prima si contavano sulle punta delle dita".