Ex Procuratore Agueci: 'Dopo morte Riina rischio nuova stagione di sangue'
Palermo, 22 nov. (AdnKronos) - La morte del capo dei capi, Totò Riina, è "uno spartiacque". Adesso dentro Cosa nostra si apriranno scenari che "non sappiamo in che direzione si svilupperanno". Ma una cosa è certa. "Ad oggi non c'è un vero e proprio erede, l'unico è stato Bagarella, che ha portato avanti la sua strategia". Leonardo Agueci, ex procuratore aggiunto di Palermo e per anni titolare di inchieste di mafia, non ha dubbi. L'ultimo viaggio del boss che guidò la stagione stragista di Cosa nostra lascerà il passo a "una serie di fibrillazioni, che fino ad ora erano state frenate proprio dalla mano di Riina". Più che un potere operativo, spiega Agueci all'Adnkronos, il capo dei capi era titolare di un valore simbolico. Il padrino corleonese era "un punto di riferimento" o meglio "un freno a ogni sovvertimento degli equilibri mafiosi. Adesso con la sua morte qualcosa succederà, ci saranno regolamenti di conti tra le famiglie". Omicidi che serviranno, secondo l'ex magistrato antimafia, a ottenere il sigillo della leadership. Impossibile per Agueci attribuire il potere di capo di Cosa nostra all'ultima primula rossa, quel Matteo Messina Denaro ricercato da 24 anni e a cui investigatori e magistrati da anni continuano a fare terra bruciata intorno. "Non ha lo spessore per essere l'erede di Riina, che di lui diceva 'Si è sempre fatto gli affari suoi'. Credo che non abbia neppure molta incidenza sugli attuali equilibri di mafia". E allora dove guardare per individuare il successore di 'u curtu', così come veniva soprannominato il capomafia corleonese per via della sua bassa statura? "C'è una leva di giovanissimi mafiosi, ancora sconosciuta perché non toccata dalle indagini - spiega l'ex procuratore aggiunto - da cui potrebbe arrivare l'erede di Riina, una qualche figura di spicco che potrebbe avere il carisma necessario per ricoprire il ruolo di leader".