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Migranti: a Padova asilo a tirocinanti diventati 'agricoltori di città' grazie a coop sociale (2)

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(AdnKronos) - (Adnkronos) - "Dopo i primi dodici mesi il bilancio è sicuramente positivo – dichiara Paolo Raffaelli, coordinatore della cooperativa Coislha -. Nel terreno di via Righi abbiamo coinvolto nella coltivazione, raccolta, vendita diretta e distribuzione dieci persone fra cui tre in percorsi di accoglienza, tre in inserimento lavorativo e quattro operatori. Storie diverse accomunate da esperienze difficili che adesso hanno la possibilità di acquisire competenze professionali e umane, percependo un reddito dignitoso". Bright e la sua nuova vita da agricoltore biologico. In Italia dal 2011, la storia di Bright è fatta di tappe che evocano ricordi non felici: "Sono esperienze sempre difficili da ricordare e raccontare. Sono partito dalla Nigeria, non ho pagato nulla perché sono fuggito: nel mio paese c'erano problemi di carattere religioso – racconta –. Mio papà è morto, ho un fratello e una sorella lì in Nigeria. Lungo il tragitto dovevo fuggire dagli spari e trovare una nuova strada per salvarmi e ho incontrato altre persone che volevano andare verso la Libia. Giunti in Libia siamo stati caricati su un barcone, eravamo più di 200, bambini, donne incinta, uomini, ragazzi". "Non so quanto sia durato il viaggio, forse due giorni. Eravamo stipati, spaventati, impauriti. Non sapevamo nemmeno dove stavamo andando. Ricordo che quando ho visto il mare ho pensato che era davvero bello. Ma anche molto pericoloso. Solo quando sono arrivato a Lampedusa ho capito che ero finalmente salvo", spiega. In Italia Bright si è subito adoperato per trovarsi un'occupazione: "Ho imparato l'italiano, ho fatto dei corsi per conoscere l'arte dell'agricoltore. È molto difficile arrivare in un Paese straniero, ma quello che ho capito è l'importanza di essere pazienti. Se non lo fossi stato ora sarei in carcere o morto. Ho capito che chi parte dal proprio Paese per andare altrove deve fissarsi delle priorità: imparare la lingua, acquisire professionalità, fare dei corsi, imparare un lavoro". Il suo sogno? "Ora per me sarebbe difficile tornare in Nigeria, non è sicuro, ma vorrei che la mia famiglia venisse qui", spiega.

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