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Migranti: addetto stampa Comune Palermo chiede scusa per tweet contro Salvini

AdnKronos
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Palermo, 7 gen. (AdnKronos) - "È vero. Ho commesso un errore. La volgarità è un errore in qualsiasi contesto. Lo è ancora di più se permette di distogliere l'attenzione da problemi ben più gravi". Inizia così un lungo post pubblicato sui social da Fabio Citrano, il componente dell'Ufficio stampa del Comune di Palermo, dopo avere pubblicato nei giorni scorsi un tweet di risposta volgare al ministro dell'Interno Matteo Salvini. "Ho sbagliato nel non valutare che la mia posizione di libero cittadino, inevitabilmente, si sovrapponeva al mio ruolo di dipendente pubblico e di componente dell'ufficio stampa del Comune di Palermo - dice Citrano - Ho agito di pancia e involontariamente ho contribuito ad inasprire il clima già difficile tra il Sindaco e il Ministro". Salvini, dopo il posto di riposta, aveva pubblicato a sua volta un post in cui pubblicava lo screenshot con la parola di Citrano e scrivendo: "La professionale replica che ho ricevuto dal responsabile stampa del Comune di Palermo: 'Suca'! Capito? - scrive Salvini - Un vero 'lord'... Ma questi dove pensano di essere?". "Sono pronto ad assumermi le responsabilità - prosegue Fabio Citrano nel post di scuse, che in questi giorni è stato insultato pesantemente sui social - Per questo chiedo pubblicamente scusa a Leoluca Orlando, oggi protagonista indiscusso di una battaglia di civiltà contro gli aspetti "criminogeni" del cosiddetto "decreto sicurezza". Mi addolora il pensiero dei bambini che sono a bordo di una nave da giorni nel Mediterraneo perché nessuno vuole accoglierli. Chiedo loro scusa perché il mio gesto stupido ha permesso a qualcuno di provare a distogliere l'attenzione da cose ben più gravi di una parolaccia". "In tre giorni ho ricevuto tanti messaggi. Ho ricevuto tanti messaggi affettuosi , a volte scherzosi e ho ricevuto altrettanto affettuose ma serie tirate d'orecchio- prosegue Citrano -E ci sono stati e ci sono i messaggi violenti, di gravi minacce. Chi mi augura la morte, chi una eterna malattia. Frasi e messaggi pesantissimi, quasi illeggibili dal punto di vista umano, che fanno ancor più capire quanto sia avvelenato il clima in Italia, quanto stiamo perdendo la testa. Come forse ho fatto io. Sono grato a tutti. A chi mi è stato vicino e a chi mi ha insultato, perché tutti mi hanno fatto capire che ho sbagliato ad insultare e ho sbagliato a cadere nella trappola della violenza e dell'odio, ancorché verbali. Io sono persona".

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