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Mafia: ex pm Ingroia, 'Dubbi su cadavere bandito Giuliano? Niente di nuovo...' (2)

AdnKronos
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(AdnKronos) - "Il caso venne archiviato - racconta oggi l'ex pm Antonio Ingroia che coordinò l'inchiesta della Procura di Palermo - La cosa che più mi sorprende è che allora venni aspramente criticato per avere fatto un'indagine ritenuta “inutile” dalle stesse testate giornalistiche che oggi diffondono come 'scoop' quelle stesse rivelazioni che noi avevamo raccolto e che abbiamo cercato doverosamente di riscontrare". "Mi sembra evidente che il problema non erano le indagini che la Procura stava facendo ma il pm che le aveva doverosamente disposte". "In passato - dice ancora l'infermiere di Castelvetrano - sono stato ascoltato da vari pm che hanno indagato sul mistero della morte di Giuliano. Successivamente ho contattato vari cronisti per rendere pubblica la notizia ma tutti, per paura di ritorsioni, si sono sempre tirati indietro". Nel gennaio 2013 il Gip di Palermo aveva archiviato l'indagine sul cadavere di Salvatore Giuliano, che era stato riesumato il 28 ottobre 2010, nell'ambito dell'indagine aperta dalla procura per verificare se nella tomba vi fossero davvero i resti del bandito di Montelepre - ucciso il 5 luglio 1950 - o quelli di un sosia. L'esame del Dna sui resti di Salvatore Giuliano - comparato con quello del nipote Giuseppe Sciortino - aveva dato un tasso di attendibilità superiore al 90%, confermando così che quello riesumato era il cadavere di Giuliano. La richiesta di archiviazione era stata avanzata dai pm Paolo Guido, Lia Sava e Francesco Del Bene. A chiedere la riapertura del fascicolo era stato proprio il Procuratore aggiunto di allora Antonio Ingroia, dopo l'esposto presentato dagli storici Giuseppe Casarubbea e Mario Joseph Cereghino. "Insomma - conclude oggi Ingroia - Niente di nuovo sotto il sole...".

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