Terrorismo: 'Rischio esercito kamikaze sui barconi', parole choc pentito/ Adnkronos (2)
(AdnKronos) - Ecco uno dei messaggi di sui si faceva latore uno degli indagati: "Dice il Profeta di Allah (che Dio lo benedica): ogni Stato ha il suo turismo ed il mio turismo è la jihad in nome di Dio… Sappiate che il paradiso è sotto le ombre delle spade", oltre alla condivisione di filmati realizzati dall'Isis. C'è di tutto nelle immagini trovate dagli inquirenti sui social e sui cellulari di alcuni indagati. Immagini di guerra, immagini di guerriglieri, discorsi propagandistici, immagini di kamikaze e persino uccisioni di ostaggi. "Attraverso strumenti informatici o telematici e segnatamente attraverso il social network Facebook", uno degli indagati ha condiviso "sul suo profilo Facebook e sulle pagine Facebook relative ad altri gruppi, sia aperti che chiusi, materiale propagandistico delle attività svolte da gruppi islamici di natura terroristica, sia di tipo documentale (preghiere, scritti, ordini, istruzioni ed altro) che video-fotografico (scene di guerra, immagini di guerriglieri, discorsi propagandistici, kamikaze, uccisioni di ostaggi ed altro), di cui preliminarmente si riforniva in rete, nonché attraverso altri strumenti di comunicazione e, in particolare, mantenendo contatti e condivisioni con pagine Facebook e profili Facebook tutti inerenti attività di tipo terroristico in Tunisia, in Iraq, in Siria , in Medioriente, in Europa e negli Stati Uniti", come si legge nel provvedimento di fermo della Dda. Per i pm un ruolo importante lo svolgono i 'mujaheddin virtuali', ritenuti "un formidabile strumento di radicalizzazione delle masse e propaganda dei dettami del terrore di matrice islamica". Uno degli indagati "operando in perfetta coerenza con le attuali caratteristiche della cosiddetta "Jihad 2.0" - dicono gli inquirenti - si adoperava per la diffusione e condivisione tramite social network di documenti e di materiale video-fotografico volti al proselitismo e alla promozione dello Stato Islamico Daesh". ""L'uomo, risultato in grado di sollecitare i fruitori dei messaggi alla condivisione dei macabri ideali promossi dalla rete globale del terrorismo, ha perpetrato la condotta apologetica ed istigatrice tramite una pluralità di fittizie identità virtuali, al fine di tentare di sfuggire ai consueti strumenti di controllo", dicono ancora gli investigatori.