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Le lacrime di Salvini sui cuginetti falciati dal suv, "Troppa omertà"

AdnKronos
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Vittoria (Ragusa), 12 ago. (AdnKronos) - (dall'inviata Elvira Terranova) - Non riesce a trattenere le lacrime, Matteo Salvini, durante l'incontro con i genitori dei piccoli Simone e Alessio D'Antonio, i due cuginetti di 12 anni travolti e uccisi lo scorso luglio sull'uscio di casa a Vittoria (Ragusa) da un suv guidato da un giovane sotto effetto di cocaina e ubriaco. Il vicepremier ha voluto fare visita "da papà di due figli" ai genitori dei due bambini che lo hanno accolto proprio nella casa in cui è avvenuta la tragedia. Visibilmente provato, commosso, Salvini, ha voluto poi vedere il luogo esatto dell'incidente e ha voluto incontrare il dirigente della Squadra mobile di Ragusa Antonino Ciavola, che ha condotto l'inchiesta che dopo poche ore ha portato all'arresto di Rosario Greco, 37 anni, accusato di omicidio stradale aggravato, di omissione di soccorso, guida in stato di ebbrezza e sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Gli altri tre che erano in auto sono liberi. Un incontro toccante, "interrotto più volte dalle lacrime di tutti", come racconta chi era presente nell'appartamento di via IV Aprile. "Ci può stare un incidente stradale in bicicletta o sulle strisce, ma non che sei seduto su un gradino e c'è un coglione, un tossico, infame e maledetto, ubriaco, che scende a 160 all'ora - dice poi Salvini parlando con i giornalisti - Mi vergogno per chi lo ha messo al mondo e chi lo copre. Mi fa schifo questa gente". Presente all'incontro anche il giornalista Paolo Borrometi, che vive sotto scorta per le sue denunce del malaffare nel ragusano, e che nell'ultimo mese è stato molto vicino ai genitori dei due cuginetti. Il giornalista ha raccontato al vicepremier le difficoltà che vive il ragusano. E alla fine il ministro ha detto ai cronisti: "Ringrazio il giornalista Paolo Borrometi e coloro che sono in trincea e che non devono sentirsi soli. Punto". E poi la denuncia. Durissima. "Spero solo che questo doppio sacrificio svegli la comunità, perché qui c'è una connivenza, una omertà, una paura, un silenzio che ho trovato in poche altre zone di Italia". "Sono stato a Locri, a Corleone ma non ho trovato questi silenzi- dice - bisogna dare coraggio a chi rispetta le regole. Me ne occuperò appena torno al Ministero. Qua c'è da portare via pure le ultime mutande a questi delinquenti. Se non reagisce la comunità, non servono neppure 500 poliziotti in più. Ma se poi per paura gli appalti li dai a questi delinquenti, come i trasporti e i funerali, non serve. Ma ho dato la mia parola ai genitori di Alessio e Simone che ci sentiremo ogni settimana e che verrò spesso a Vittoria". "Tornerò con in dote forze dell'ordine ma nella coscienza delle persone non posso entrare", spiega poi. Paolo Borrometi aveva raccontato dopo i funerali dei due bimbi che l'agenzia di pompe funebri a cui sono state affidate le esequie del piccolo Alessio è gestita da un amico di Angelo Ventura, che era a bordo dell Jeep che ha ucciso i due piccoli. "Ci vogliono muti, ma questo è il momento di urlare. Lo dobbiamo fare per noi, per i nostri figli, per i più piccoli come Alessio e Simone. Perché mentre piangiamo per loro a Vittoria continua ad accadere di tutto e lo Stato purtroppo arranca".

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