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La neurologa: 'Emicrania malattia invalidante ma sottovalutata'

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AdnKronos
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Bologna, 14 ott. (AdnKronos Salute) - Una malattia cronica che influisce negativamente sulla vita delle persone. Crea isolamento, non permette la costanza al lavoro e in alcuni casi relega la persona a casa, al buio. "L'emicrania è caratterizzata da attacchi - spiega la Cristina Tassorelli, ordinario di Neurologia dell'Università di Pavia e direttore Headache Science Center della Fondazione Mondino Irccs Neurologico di Pavia - che in alcuni pazienti possono essere presenti anche tutti i giorni, per tutto l'anno. In questo caso è molto disabilitante perché il paziente oltre al mal di testa può avere altri sintomi: vomito, fastidio per la luce, per i rumori, c'è chi finisce anche al pronto soccorso". Con un malessere da 4 fino a 72 ore. Un supplizio. E le ripercussioni sulla vita lavorativa, sociale sono enormi, dice l'esperta da Bologna, al Congresso della Società italiana di neurologia (Sin). Eppure si tratta di una malattia molto sottovalutata. "Credo che il motivo - continua - sia che gli attacchi sono sì debilitanti, ma sporadici. Quindi si può presentare e durare anche diversi giorni, ma ci sono momenti in cui l'emicrania passa, quindi poi il soggetto che si trovava devastato a letto, il giorno dopo sta bene e può tornare ad una vita normale. E questo ha giocato a sfavore dell'emicrania. Si tratta di una malattia nascosta, perché in effetti quando il paziente sta male non lo si vede. Se ne sta a casa da solo al buio". Dal punto di vista farmacologico, esistevano terapie che riducevano i giorni di sofferenza e i sintomi, ma non erano specifiche per l'emicrania. Farmaci per l'ipertensione, per l'epilessia che quasi per caso si era scoperto funzionavano anche per l'emicrania. "Da qualche mese abbiamo invece farmaci" come erenumab "che sono il frutto di 30 anni di ricerca, studiati proprio per l'emicrania. Un passo in avanti - secondo Tassorelli - e possono dare beneficio anche a quei pazienti che con altri farmaci non riuscivano a migliorare. Vorrei lanciare un messaggio di speranza - conclude - anche a chi aveva gettato la spugna, a quelle emicranie refrattarie o a chi sta usando anche altri farmaci per altre patologie. Ci sono farmaci molto efficaci e ben tollerati che possono funzionare".

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