Mafia: pentito Mutolo, 'Il depistaggio sulla strage Borsellino c'è stato'/Adnkronos (2)
(Adnkronos) - Poi, Gaspare Mutolo, torna a parlare della sua collaborazione con il giudice Giovanni Falcone: "Era il dicembre del 1991 - dice - e dissi al giudice che volevo collaborare perché Cosa nostra aveva ucciso donne e bambini e non volevo più assistere a questo scempio. Io stesso avevo anche dei figli. Non mi sentivo più al sicuro. Ho parlato con Falcone e ricordo che c'era anche il magistrato Giannicola Sinisi. Io gli dissi: 'Guardi che se inizio a parlare lo farò anche del suo ufficio e arriverò fino alla Cassazione, al giudice Corrado Carnevale', che all'epoca era uno dei giudici più potenti in Italia. E Falcone mi spiegò che non poteva raccogliere le mie dichiarazioni e mi indicò Borsellino". Ma l'allora Procuratore capo Giammanco non voleva che io parlassi con il giudice Paolo Borsellino. "E io dissi che se non avessi parlato con Borsellino non avrei continuato a collaborare. Alla fine ho vinto io...". Tornando al depistaggio, dopo la sentenza del processo 'Borsellino quater, Gaspare Mutolo dice: "Borsellino e Falcone non si occupavano solo di mafia, c'era in quel periodo l'inchiesta di Mani pulite, c'erano tutti questi personaggi. Pensi che Falcone iniziò il cambiamento culturale. Prima nelle banche non si poteva entrare, se un giudice voleva avere delle informazioni, lo prendevan a calci nel sedere. Mentre Falcone riuscì a sconfiggere questa cosa. Lui riusciva a toccare i santuari che non venivano toccati. Falcone non se la prese solo con i mafiosi, sapeva che c'erano anche i cosiddetti colletti bianchi".