Roma, omicidio agente scelto: c'è una condanna dopo 34 anni
Roma, 13 dic. (Adnkronos) - di Silvia Mancinelli Ergastolo. E' stata pronunciata oggi dal Presidente della I Sezione della Corte d'Assise del Tribunale di Roma, la sentenza di condanna nei confronti di Fabrizio Dante, imputato nell'udienza del processo per l'omicidio dell'agente scelto della Polizia Stradale Giovanni Di Leonardo. I fatti risalgono all'1.40 del primo maggio 1985, all'altezza del Km 24,800 dell'autostrada Roma – L'Aquila, quando l'equipaggio dell'autoradio del Distaccamento Autostradale 'Roma Est', composto dalla vittima, capo pattuglia, e dall'autista, l'agente P.T., venne attirata dalla presenza, sulla carreggiata della A24 in direzione de L'Aquila, di una Volkswagen Golf ferma con il cofano motore sollevato. Poco distante dall'auto due persone che, alla vista della pattuglia, fecero cenno agli agenti come per chiedere soccorso. Secondo la ricostruzione degli investigatori della Digos appena l'auto della Polizia si fermò, una terza persona – sbucata improvvisamente sul lato destro della vettura di servizio – fece fuoco sul capo pattuglia con un'arma di grosso calibro, mentre uno dei complici esplose un colpo contro l'autista che venne deviato dalla cerniera della giubba d'ordinanza. Entrambi gli agenti vennero tirati fuori a forza dalla vettura, immobilizzati con le manette in loro dotazione e quindi fatti rotolare nella scarpata adiacente la carreggiata; gli assalitori si dileguarono con la Golf rubando le armi dei due poliziotti e la volante, quest'ultima poi abbandonata in una galleria poco distante. L'autista, risalito in strada, riuscì a dare l'allarme. L'agente scelto Di Leonardo, che aveva richiesto di svolgere quel turno di servizio per poter festeggiare il secondo compleanno della figlia, che ricorreva proprio quel giorno, morì poche ore dopo all'ospedale di Tivoli per le ferite riportate. In sua memoria è stata intitolata la Caserma della Sottosezione Autostradale 'Roma Est- Lunghezza'. Tutte le indagini svolte nell'immediato e nel corso degli anni non hanno mai portato all'individuazione dei responsabili. Le indagini furono riaperte nel 2014 quando la Digos ha riesaminato il caso acquisendo solidi elementi di responsabilità a carico dell'imputato. Le ipotesi investigative formulate sono state accolte dalla Procura della Repubblica e il 2 ottobre 2017 l'imputato è stato rinviato a giudizio dal Gup del Tribunale di Roma mentre l'11 dicembre ha avuto inizio l'istruttoria dibattimentale. L'attività prosegue per identificare anche gli altri componenti del commando.