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Contraffazione: filiera del falso tra Cina e Italia, sgominate tre organizzazioni

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Napoli, 5 feb. - (Adnkronos) - Un mercato parallelo del falso, gestito da tre organizzazioni criminali e caratterizzato da opifici clandestini e da importazioni di capi d'abbigliamento, dalla Cina per i clienti "meno esigenti" e dalla Turchia per "i clienti disposti a spendere di più". Sono state eseguite questa mattina dai militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, 36 ordinanze coercitive emesse dal gip di Napoli al termine di un'indagine iniziata nel settembre 2011 e coordinata dalla Procura di Napoli. L'indagine ha permesso di individuare tre organizzazioni criminali: le prime due ramificate sull'intero territorio nazionale e in particolare nel Lazio, in Toscana, in Piemonte e in Liguria, la terza con propaggini anche nell'Est Europa, facenti capo rispettivamente a Vincenzo Barone e Vincenzo Rotondo e ai cittadini cinesi Xingman Chen e Changiang Jin. Si tratta di un approfondimento alle indagini che già il 17 gennaio scorso avevano permesso di accertare il ruolo egemone del clan Mazzarella su gran parte della filiera del falso di Napoli e provincia. I sodalizi individuati introducevano sul territorio nazionale capi d'abbigliamento contraffatti, con l'intento di soddisfare una clientela ampia e variegata: le importazioni arrivavano dalla Cina per la clientela meno esigente, e dalla Turchia per capi d'abbigliamento del tutto identici agli originali, e quindi adatti a una clientela più esigente. Utilizzati anche opifici in parte completamente clandestini, in parte in violazione delle norme sui diritti di proprietà industriale, privi della licenza di rivenditore ufficiale di marchi noti come Nike, Adidas, Louis Vuitton, Dolce e Gabbana, Ralph Lauren, Burberry, Hogan. Denunciate inoltre 40 persone e sequestrati beni per circa 8 milioni di euro.

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