Crisi: come 'The Terminal', senza soldi da due giorni 'prigioniero' a Fiumicino
Roma, 10 feb. (Adnkronos) - Fino a sei anni fa era un ispettore per la sicurezza nei cantieri navali, poi ha perso il lavoro e anche la sua vita: con i risparmi che aveva, è partito in cerca di fortuna alla volta del Sudafrica prima e del Sudamerica poi, fino a spingersi in Australia e Nuova Zelanda. Lavoretti saltuari per sopravvivere e tornare qualche volta in Italia, ma la svolta tanto attesa non è mai arrivata. E così, dopo l'ennesimo viaggio di un mese, stavolta in Cile, ha fatto rientro ieri a Fiumicino, senza più soldi, appena 10 euro in tasca, costretto a trascorrere la notte scorsa nello scalo e, probabilmente, anche la prossima. Roberto Papadia, genovese di 62 anni, senza moglie né figli, è rimasto al verde ma preferisce dormire nella sala d'attesa dell'aeroporto, accanto alla sua valigia e al suo borsone, piuttosto che mettersi a chiedere l'elemosina. Un po' come 'The Terminal', il film in cui l'immigrato Tom Hanks rimaneva 'bloccato' causa burocrazia all'aeroporto di New York. Solo che Papadia è un italiano figlio della crisi e a Fiumicino ci resta perché non sa dove altro andare. "Per me è avvilente - racconta Papadia all'Adnkronos - Ho perso tutto e mi sono ritrovato per strada. Ma ho la mia dignità e mi vergogno a chiedere elemosina. Ho 60 anni, in Germania non sarebbe così ma qui sono fuori dal mondo del lavoro". La sua disavventura inizia nel 2007. Allora si guadagnava da vivere come ispettore per la sicurezza sul lavoro nei cantieri di Genova: "Lavoravo per una ditta, poi ha chiuso e mi sono ritrovato a spasso - ricorda - Dovevo scegliere: o mettermi a chiedere l'elemosina o trovare un'alternativa". Così, con i risparmi che ha da parte, decide di partire per il Sudafrica, dove però il lavoro non si trova e dopo qualche tempo ritorna in Italia. E' solo l'inizio di una lunga odissea che lo porta in giro per il mondo. (segue)