Roma, 24 giu. - (Adnkronos) - Le indagini sviluppate sul fronte del traffico degli stupefacenti, nell'ambito dell'inchiesta che ha portato all'esecuzione di 54 provvedimenti cautelari nei confronti di affiliati alla cosca Molè, hanno accertato le modalità di approvvigionamento della droga attraverso diversifi canali. Il primo era gestito in autonomia dall'organizzazione attraverso i referenti attivi in Liguria e in Francia; l'altro in collaborazione con gli esponenti della cosca Mancuso di Limbadi (Vv). Dagli accertamenti eseguiti dagli investigatori, è stato possibile ricostruire le articolazioni, i ruoli e le modalità di trasporto e smistamento della droga che l'organizzazione calabrese gestiva attraverso Arcangelo Furfaro e altri affiliati. In particolare, le indagini hanno permesso di individuare i destinatari delle forniture della sostanza stupefacente, punti di riferimento anche per la distribuzione della droga sul mercato e, a loro volta, a capo di una vasta rete di spacciatori sulle piazze di Roma (Casalbertone, Quarticciolo) e di Civitavecchia. Sono stati inoltre sequestrati cocaina e hashish ed è stata accertata l'esistenza di un progetto di importazione di circa 200 kg di cocaina, cui era cointeressato un gruppo criminale albanese, collegato secondo gli investigatori alla famiglia Mancuso di Limbadi, che prevedeva l'impiego di una serie di pescherecci idonei alla navigazione internazionale. Sul fronte patrimoniale, infine, le indagini hanno accertato il reimpiego dei proventi derivanti dalle attività illecite in importanti società operanti nel settore sanitario calabrese ed umbro, riconducibili a Piero Mesiani Mazzacuva, cognato del capo storico Girolamo Molè.



