Bari: costrinse imprenditore ad assumere sua figlia, nuovo arresto per boss Parisi

domenica 8 dicembre 2013
Bari: costrinse imprenditore ad assumere sua figlia, nuovo arresto per boss Parisi
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Bari, 6 dic. (Adnkronos) - I finanzieri del Gruppo investigazioni criminalita' organizzata del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bari hanno eseguito stamane un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del boss Savino Parisi, per il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, si erano concluse nello scorso mese di gennaio con la richiesta di applicazione di misura cautelare che venne, pero', rigettata dal giudice per le indagini preliminari. A seguito dell'appello presentato dalla Procura, il Tribunale della Liberta', nel mese di luglio ha disposto l'applicazione della misura cautelare, provvedimento, pero', rimasto sospeso in attesa delle determinazione della Corte di Cassazione cui si erano rivolti i legali di Parisi. Martedi' scorso la Suprema Corte si e' pronunciata rigettando il ricorso della difesa e determinando, pertanto, l'esecutivita' del provvedimento cautelare oggi notificato al boss, gia' recluso per altra causa nel carcere di Biella. Secondo le indagini condotte dal Gico, avvalorate anche dalle dichiarazioni fornite da un collaboratore di giustizia, i vertici di un'azienda di Modugno sarebbero stati costretti a versare in piu' soluzioni al capo clan Savinuccio un'ingente somma di denaro, quantificata in circa 700.000 euro, al fine di ottenere il permesso di allontanare e licenziare dall'impresa persone vicine al clan, la cui assunzione era stata imposta. Ma al boss Savino Parisi viene contestata anche un'ulteriore condotta delittuosa: avrebbe infatti costretto un altro imprenditore barese ad assumere la propria figlia. Tuttavia, secondo l'accusa, la ragazza percepiva il suo stipendio mensile di 900 euro, a fronte di un'attivita' lavorativa pressoche' inesistente. Le condotte delittuose contestate a Parisi sono aggravate, oltre che dall'utilizzo del metodo mafioso, anche dal fatto di averle commesse in un periodo in cui era sottoposto alla misura della sorveglianza speciale.