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Calabria: 6 anni per mutuo anti usura, imprenditore minaccia di chiudere

domenica 14 luglio 2013
Calabria: 6 anni per mutuo anti usura, imprenditore minaccia di chiudere

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Roma, 10 lug. - (Adnkronos) - Quattordici sentenze, che attestato il diritto al mutuo anti usura, richiesto dal 2006 e che il Commissario Antiracket non ha ancora erogato: un'ultima deroga concessa della scadenza prevista, da oggi al 20 luglio. Poi Antonio de Masi, imprenditore calabrese di Gioia Tauro, titolare di un gruppo di imprese, una di costruzioni, una che produce componenti per macchine agricole, altre di manutenzioni portuali e metalmeccaniche, chiudera' i battenti, "costretto dalle istituzioni a fare quello che la criminalita' organizzata non e' riuscita a impormi", denuncia. Qualche settimana fa, 44 colpi di mitra sono sparati davanti a una delle aziende di sua proprieta': da allora ha una protezione di terzo livello. "Sono il primo imprenditore italiano ad avere denunciato le condizioni di illegalita' praticate da alcune banche, ad avere denunciato i crimini bancari ben prima dello scandalo Parmalat - spiega all'Adnkronos De Masi - Dopo 6 anni di durissime contrapposizioni legali ho avuto 14 sentenze che mi riconoscono il diritto ad avere il mutuo anti usura. E' in atto uno scontro frontale con il ministero degli Interni". L'ultimo atto e' cronaca di questi giorni. "Ho aspettato l'ultima sentenza il 20 giugno, poi ho detto: se entro il 10 luglio non ho i soldi, che sono un mio diritto da 6 anni, chiudo. Giovedi' scorso ho avuto una riunione con il prefetto e le organizzazioni sindacali in cui mi e' stato chiesto di posticipare la scadenza al 20 luglio, proroga che ho accettato". "Quattordici pronunce, tra Tribunale amministrativo e Consiglio di Stato, per farmi riconoscere il diritto al mutuo - ricorda De Masi, insignito nei giorni scorsi di una menzione speciale del Premio Ambrosoli - Fino a oggi il Commissario antiracket non ha mai rispettato i provvedimenti dei tribunali. Spero sia l'atto conclusivo". Dopo l'ultima intimidazione, "ho invocato il diritto ad avere paura. Mi e' stato negato anche questo, perche' devo rappresentare un'Italia positiva. Per ragioni di Stato - conclude - sono chiamato a essere un eroe".