Roma, 16 mag. - (Adnkronos) - Da 30 anni si proclamano innocenti dell'uccisione, avvenuta a Ponticelli (Napoli) nel luglio del 1983 di Barbara Sellini e Nunzia Munisi, di 7 e 10 anni. Le bambine furono violentate e i loro corpi furono bruciati. Oggi Giuseppe La Rocca, Luigi Schiavo e Ciro Imperante, tornati liberi dopo 27 anni di carcere e dopo diversi rifiuti da parte della Cassazione, sono riusciti ad ottenere che la quarta Corte d'Appello valuti la possibilita' di ammettere il giudizio di revisione come da loro richiesto. Ma gia' c'e' un ostacolo da superare e cioe' l'opposizione del procuratore generale Andrea Vardaro il quale ritiene inammissibile l'istanza di revisione. Sara' ora la Corte presieduta da Carmelita Russo a dover risolvere la questione. A presentare il ricorso e ad ottenere dalla Cassazione il via libera erano stati gli avvocati Eraldo e Francesco Stefani e Ferdinando Imposimato, depositando nel luglio dello scorso anno una memoria difensiva e altri documenti per piu' di 1.300 pagine nei quali era compendiata l'attivita' di indagine fatta dagli stessi difensori. Da quanto risulta dalla documentazione, secondo la difesa, si deve collocare l'orario del delitto in un momento diverso da quello preso in considerazione dai giudici. In particolare secondo le tesi difensive, i corpi furono dati alle fiamme verso mezzanotte e non alle 8 di sera e responsabile del delitto sarebbe una quarta persona mai identificata. Sostenendo la loro tesi i difensori hanno sottolineato come "in questa vicenda i tre ragazzi hanno visto la loro vita distrutta e che nonostante cio' hanno deciso di non suicidarsi in carcere. Ora attraverso il giudizio di revisione non cercano un risarcimento ma solo che venga accertata la verita"'. Il 21 maggio prossimo nuova udienza con l'intervento dell'ultimo difensore; poi la Corte stabilira' se riservarsi la decisione o se pronunciarsi immediatamente.




