Firenze, 17 mag. - (Adnkronos) - "Il centro storico di Firenze non puo' piu' aspettare. E' il momento di passare ai fatti e riqualificare complessivamente i molti spazi vuoti che lo popolano, che non possono rimanere a lungo abbandonati ad un incerto destino. Senza dimenticare il progetto della loggia per i Nuovi Uffizi, crocevia dello sviluppo del tratto tra piazza San Firenze, piazza dei Giudici e piazza Castellani" E' l'appello lanciato alle istituzioni dall'Ordine degli Architetti di Firenze, affinche' si realizzi il progetto dell'architetto giapponese Arata Isozaki, vincitore di un concorso internazionale da piu' di un decennio. Un richiamo che arriva durante il quarto incontro di "Firenze che sara'", il ciclo di assemblee pubbliche organizzate insieme a Image per parlare del futuro urbanistico della citta', che si e' svolto ieri nella sala delle Reali Poste degli Uffizi. Tra gli ospiti anche l'architetto ed ex assessore alla cultura della giunta Pisapia, Stefano Boeri, e lo storico e critico dell'arte Michele Dantini. "La mancata realizzazione della nuovo loggiato di ingresso ai Nuovi Uffizi - affermano gli architetti - dovrebbe suscitare profonda riflessione e ritornare nelle attenzioni del nuovo governo, non trattandosi di un problema della sola Firenze, citta' del mondo. Ci rivolgiamo anche al nuovo ministro dei Beni culturali, Massimo Bray. Se le risorse scarseggiano, in un periodo in cui la crisi economica attanaglia tutti, si pensi al coinvolgimento trasparente anche di sponsor e investimenti privati. E' in gioco la credibilita' di Firenze e del nostro Paese di fronte all'attenzione internazionale, visto che un progetto, quello di Arata Isozaki, fu selezionato, con procedure indiscusse ben 15 anni fa con un regolare e qualificato concorso di architettura. E non ha mai visto la luce, forse ucciso da polemiche mai sopite". La costruzione del nuovo ingresso, oltre ad essere un tassello fondamentale per il completamento del sistema museale degli Uffizi, secondo gli architetti servirebbe a innescare un "percorso virtuoso" per ricollegare la principale istituzione museale del mondo al tessuto urbano attraverso il recupero di quella importante zona del centro storico, ancora oggi concepita solo come un "retro", un luogo di apparente importanza secondaria. (segue)