Ilva, operai in sciopero bloccano le statali. Azienda annuncia ricorso contro chiusura

domenica 30 settembre 2012
Ilva, operai in sciopero bloccano le statali. Azienda annuncia ricorso contro chiusura
3' di lettura

Taranto, 27 set. (Adnkronos/Ign) - Esplode la protesta degli operai dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto, che alle 9 di questa mattina hanno iniziato lo sciopero di due giorni proclamato da Fim Cisl e Uilm Uil, contro il blocco degli impianti disposto ieri dal gip Patrizia Todisco che ha bocciato il piano di risanamento dell'azienda e ribadito la sua chiusura senza possibilità di produzione. Provvedimento che, secondo quanto annunciato ai microfoni di Telenorba dal presidente della società, Bruno Ferrante, sarà impugnato dall'Ilva dinanzi al tribunale. Circa un migliaio i lavoratori che hanno bloccato la statale Appia, nei pressi della Direzione dello stabilimento, e la 106 Jonica che collega Taranto a Reggio Calabria. Mentre prosegue la clamorosa protesta dei gruppi di operai issati sulla torre di smistamento dell'altoforno 5 e sulla passerella del camino E312 dell'area Agglomerato. I manifestanti si alternano sulla sommità delle due strutture per richiamare l’attenzione sulla vertenza e l’adozione di provvedimenti in difesa del lavoro. Per i lavoratori dell'Afo5 si tratta della seconda notte passata a 60 metri di altezza, mentre gli operai che ieri sono saliti sul camino E312 si sono incatenati e stanno attuando anche lo sciopero della fame e della sete. Alcuni momenti di accesa discussione e di tensione si sono verificati vicino alla portineria A dello stabilimento dove il 'Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti', come preannunciato ieri, ha cercato di convincere gli operai a non occupare le strade e a non aderire a una manifestazione strumentalizzabile dall'azienda. Gli aderenti al Comitato si sono quindi diretti verso la portineria C dello stabilimento con l'intento di bloccare l'uscita dei camion che escono dalla fabbrica carichi dei prodotti finiti. "Vogliamo far pagare i veri responsabili di questa situazione e cioè la famiglia Riva - spiega il portavoce del Comitato Cataldo Ranieri- e non i cittadini di Taranto che devono presentare dei certificati medici per passare oltre i blocchi e andare a fare delle visite". Anche la Fiom non ha partecipato allo sciopero e "ha proposto a Fim e Uilm - si sottolinea in una nota - di svolgere le assemblee con tutti i lavoratori per discutere e decidere la piattaforma e aprire la vertenza nei confronti dell'Ilva per salvaguardare il diritto al lavoro e alla salute dei lavoratori e dei cittadini". "E' uno sciopero che ha delle ambiguità - ha affermato il segretario generale Maurizio Landini - avevo proposto alle altre organizzazioni sindacali di fare assieme le assemblee dei lavoratori invece che proclamare uno sciopero. Hanno detto di no. Così c'è il rischio di fare uno sciopero inutile che contesta le scelte della magistratura. Tra l'altro Fim e Uil nei loro comunicati dicono cose diverse. Invece bisogna mettere i lavoratori nelle condizioni di discutere, non bisogna dividerli. Per salvare il lavoro, obiettivo di tutti i lavoratori dell'Ilva, l'azienda si deve impegnare a fare investimenti cospicui", conclude. Ma le segreterie nazionali di Fim e Uilm hanno proclamato per la giornata di domani 8 ore di sciopero, per ogni turno di lavoro, in tutto il Gruppo Ilva, a sostegno delle iniziative già proclamate a Taranto e per chiedere al Governo di intervenire con tutti gli strumenti necessari "affinché - precisa la Fim in una nota - si possa scongiurare la chiusura del più grande stabilimento siderurgico europeo". Secondo il sindacato, l'impossibilità di continuare la produzione di acciaio pur limitando al minimo le emissioni e nello stesso tempo intervenire con ingenti investimenti, porterebbe ad una fermata totale del Gruppo in Italia nel giro di poche settimane. Per questo Fim e Uilm chiedono al Governo di rispettare i tempi annunciati (30 settembre) sull'emissione dell'Aia, e di sostenere la compatibilità ambientale con lo sviluppo industriale. A stretto giro la risposta del ministro dell'Ambiente Corrado Clini: "Concludiamo l'istruttoria dell'Aia e credo che domani avremo il documento, poi avremo le procedure previste per legge con la conferenza dei servizi e così avremo finalizzato la relazione per l'autorizzazione integrata ambientale". "Noi rilasciamo l'AIA che ha come riferimento la lista delle migliori tecnologie disponibili in Europa per la siderurgia", ha concluso il ministro spiegando che "non c'è una risposta al Gip, c'è la conferma del lavoro che stiamo facendo, applicando la legge".