Letteratura: a Pisa convegno di onomastica sui 'nomi parlanti'

domenica 17 novembre 2013
Letteratura: a Pisa convegno di onomastica sui 'nomi parlanti'
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Pisa, 12 nov. - (Adnkronos) - Quei nomi parlanti che caratterizzano un personaggio, che sia letteratura, opera lirica o cinema, che spiegano il suo destino quasi che un autore battezzando una creatura nata dalla sua fantasia voglia dare una chiave di lettura in piu', a volte in modo piu' o meno evidente. Portare alla luce questi significati e' uno dei compiti dell'onomastica letteraria i cui maggiori esperti si riuniscono a Pisa da giovedì 14 a sabato 16 novembre per il XVIII Convegno internazionale dell'Associazione di "Onomastica e Letteratura", che si svolgerà nell'aula magna del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell'Università di Pisa. Al centro della discussione di quest'anno ci sono i nomi nelle opere liriche, il tema del doppio e i nomi nelle letterature regionali più varie incursioni nel cinema, in autori classici antichi e moderni o nella religione, tra San Ranieri e Odino. "Con il bicentenario di Giuseppe Verdi e Richard Wagner - spiega la professoressa Donatella Bremer dell'Ateneo pisano, una delle organizzatrici dell'evento - e' venuto spontaneo dedicare buona parte del convegno ai nomi dell'opera lirica. Partiremo in realtà dalla fine, da Turandot, l'ultima opera della lunga parabola melodrammatica italiana, il cui soggetto è proprio incentrato sulla ricerca di un nome ignoto a tutti per risalire poi attraverso i secoli focalizzando il fenomeno dei 'nomi parlanti', frequentissimi nell'opera comica nonché quello dei cognomi, che fanno però un tardivo ingresso nel mondo della lirica". E così si scopre ad esempio che ne "Viaggio a Reims" di Gioachino Rossini del 1825 l'intellettuale dedito allo studio delle antichita' si chiama Don Profondo, il maggiore tedesco appassionato di musica Barone von Trombonok e la ricca vedova amante della bella vita Contessa di Folleville. Ognuno dei personaggi porta insomma un nome parlante e al tempo stesso bizzarro, il che amplifica l'atmosfera di brio e di leggerezza che pervade questa cantata scenica rossiniana. (segue)