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L'ultimo "no" della Merkelci costa 12 miliardi in Borsa

"Eurobond un errore". Crollano i listini: Milano lascia il 4%. Chiede aiuti anche Cipro. Tragedia greca, lascia ministro finanze

Lucia Esposito
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Nuovo lunedì nero per le Borse europee: il vertice dell'Eurozona in calendario a Bruxelles il 28 e 29 giugno non dà alcuna fiducia ai mercati. Milano a fine giornata perde 4 punti percentuali e la capitalizzazione complessiva di Piazza Affari si assottilia di 12,46 miliardi di euro a 320 miliardi. Male anche tutti gli altri listini. A pesare sulla giornata non solo la sfiducia cronica che accompagna il summit dei "grandi, ma agisce anche un'altra serie di fattori. Per prima la richiesta formale di aiuti da parte di Madrid all'Eurogruppo (seguita da quella arrivata da Cipro nel pomeriggio), poi le difficoltà della Grecia (si è già dimesso il ministro delle finanze a cusa dei problemi di salute), quindi la nuova ottusa chiusura kamikaze della cancelliera tedesca, Angela Merkel, che frena sulla condivisione del debito. Frau Merkel ha ammonito i Paesi membri perché si parla troppo di condivisione del debito "e poco di riforme strutturali: è avventuroso parlare di crescita sostenibile senza pensare al rigore di bilancio". Tradotto dal politichese, la Merkel spiega che sugli Eurobond non ha intenzione di retrocedere nemmeno di un millimetro. La questione è già chiusa prima di essere aperta. "Lo dico apertamente - ha chiosato Angela -, quando penso al Consiglio di giovedì prossimo a Bruxelles mi preoccupa che si parlerà assolutamente troppo di tutti i possibili modi per condividere il debito, e troppo poco di migliorare i controlli e di misure strutturali". E se il concetto ancora non fosse chiaro, Merkel spara: "Gli Eurobond sono una soluzione sbagliata sia dal punto di vista politico che economico". Berlino: "Bene Monti" - Mentre i mercati sin dalle prime battute del mattino precipiatavano, il ministro tedesco dell'Economia, Wolfgang Schäeuble, ha provato a rassicuare le Borse con un "endorsment" a favore del premier italiano, Mario Monti. Tramite il suo portavoce Marti Kotthaus ha spiegato: "Con il governo Monti l'Italia può risolvere bene i suoi problemi". Anche il Financial Times, dopo le aspre critiche riservate al professore nelle ultime settimane, ha provato a gettare un salvagente al governo tecnico italiano: "Monti può può salvare l'euro se sarà in grado di parlare chiaro alla Merkel" (impresa che pare francamente impossibile). Schaeuble, conversando con il settimanale Der Spiegel, ha negato le difficoltà delle banche italiane. Il risultato? Nessuno. Anzi, forse l'opposto di quanto auspicato: le Borse continuavano il loro tuffo verso il basso, con Milano e Madrid che si contendevano la maglia nera di peggior listino. Borse in picchiata - E così, al termine di un'irrefrenabile corsa verso il basso acuita dalle parole della Merkel, a Piazza Affari il paniere principale Ftse Mib ha lasciato il 4,02%, mentre il complessivo All Share il 3,75 per cento. Crolli a ripetizione per le banche:  Unicredit (-8,4%), Intesa (-6,4%), Mediobanca (-6,9%), Monte dei paschi (-6,7%), Bpm (-8,5%). Pesanti perdite anche per il settore industriale: Finmeccanica (-5,8%), Ansaldo (-2,5%), Impregilo (-3,5%), Buzzi (-6,1%). Giù anche il settore auto: Fiat (-4%), Fiat Industrial (-3,4%), Pirelli (-3,1%). Ondata di vendite per il settore energetico: A2a (-7%), Enel (-3,3%), Green Power (-3%). Perdite inferiori alla media per i titoli del petrolio: Eni (-2,6%), Saipem (-2,9%), Tenaris (-1,9%). Scivolano i titoli editoriali: Mediaset (-5,2%), Mondadori (-4,2%), Rcs (-2,5%), Gruppo Espresso (-3,7%). Fuori dal paniere principale vanno male quasi tutti i titoli coinvolti nell'affare Fonsai (-6,7%) Unipol (-2%). Milano assicurazioni perde il 6%. Un lago di sangue, insomma. Ma non se la passano meglio gli altri listini europei: sprofonda Atene che lascia l'8,57%, poi Madrid in picchiata di 3,67 punti percentuali. Francoforte lascia il 2,09%, Parigi il 2,24% e Londra lima le perdite a 1,14 punti percentuali. Spread - Altissima tensione anche sui titoli di Stato, dove poco prima delle 17 lo spread tra Btp e Bund decennali arrivava a 477 punti con un rendimento al 5,95%  (in apertura lo sprad era a 421 punti base). Quindi ancora un balzo verso l'alto, con lo spread Btp-Bund sopra i 450 punti. Male anche i Bonos di Madrid, con un differenziale sopra i 500 punti, a 607, e un tasso d'interesse del 6,55 per cento. Grecia e Spagna - Una settimana cruciale per il destino dell'Eurozona, come detto, si è aperta con la richiesta formale di aiuti da parte di Madrid all'Eurogruppo. Il ministro dell'Economia spagnolo, Luis De Guindos, in una missiva ha chiesto il denaro necessario a salvare le banche iberiche (la cifra non è nota, ma dovrebbe approssimarsi ai 100 miliardi di euro). In una nota ministeriale, Madrid ha spiegato che "si tratterà di una quantità sufficiente a coprire il fabbisogno di capitale più un margine di sicurezza supplementare. La scelta dello strumento particolare in cui questo aiuto si concretizzerà prenderà in esame le varie opzioni oggi disponibili e quelle che possono essere decise in futuro". Per inciso, lo stress test della scorsa settimana aveva evidenziato necessità patrimoniali per le banche spagnole pari a 62 miliardi, a cu si deve aggiungere "il margine di sicurezza". Facile dunque avvicinarsi ai cento miliardi. In un quadro macroeconomico a tinte fosche, sullo scetticismo dei mercati continua a pesare la situazione della Grecia, a cui Berlino non vuole concedere due ulteriori anni per dilazionare le misure draconiane di austerità. Cipro chiede aiuto - Le ultime cattive notizie di lunedì, in ordine cronologico, sono arrivate da Cipro e Grecia. Il governo cipriota ha annunciato che chiederà  aiuti economici all'Eurozona tramite i fondi salva-Stati Efsf ed Esm. Cipro ha bisogno di fondi per ricapitalizzare le banche, fortemente esposte al debito greco. "L'obiettivo degli aiuti richiesti è il contenimento dei rischi per l'economia cipriota, in particolare quelli derivanti dall'effetto contagio attraverso il settore finanziario, alla luce della sua forte esposizione all'economia greca", si legge in una nota dell'esecutivo di Nicosia. Quindi Atene, dove il ministro delle Finanze, Vassillis Rapanos, appena eletto, si dimetterà. Lo ha comunicato l'ufficio del primo ministro greco Antonis Samaras. Rapanos venerdì scorso era stato ricoverato in ospedale dopo un malore e non era ancora stato dimesso. Il ministro, insieme a Samaras che ha invece avuto un intervento agli occhi in questi giorni, avevano già annunciato che non parteciperanno al Summit Ue del 28 e 29 giugno.

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