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I finanziamenti ai partiti nascosti in mezzo ai fondi per le famiglie

Nella nota integrativa al bilancio del ministero dell'Economomia compare la voce: "Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private". E guarda caso...

Nicoletta Orlandi Posti
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  di Fosca Bincher La voce è inserita a pagina 139 della nota integrativa al bilancio del ministero dell'Economia. Il capitolo è quello del trasferimento agli organi costituzionali, a rilevanza costituzionale e alla presidenza del Consiglio dei ministri. Ammonta a 1,8 miliardi di euro per il 2013. La cifra è divisa in due capitoli. Il primo è il più corposo (1,730 miliardi di euro) ed è classificato come «trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche». E qui ci siamo: i soldi del bilancio dello Stato destinati a Camera dei deputati, Quirinale, Senato, Corte dei Conti, Csm, Cnel, Tar e Consiglio di Stato sono proprio trasferimenti ad amministrazioni pubbliche. Il secondo capitolo ammonta per l'anno prossimo a 91.380.191 euro ed è destinato ad incrementarsi di circa 100 mila euro nel biennio successivo. È classificato sotto la voce “Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private”. È un capitolo generale del bilancio dello Stato, che dovrebbe rappresentare la somma che si dà alle famiglie per provvedere al loro benessere o per sopperire a particolari situazioni di indigenza e che talvolta si gira anche a istituzioni sociali private che per il principio della sussidiarietà si sostituiscono allo Stato per lo stesso scopo: assicurare il benessere delle famiglie.  Cosa sono allora quei 91,3 milioni che servono al benessere delle famiglie erogato direttamente o attraverso istituzioni sociali private? Sono i soldi che si girano ogni anno ai più grandi e graditi benefattori delle famiglie: i partiti politici. È infatti la cifra prevista dalla nuova legge sul finanziamento pubblico dei partiti che ha sostituito quella sui rimborsi elettorali, dimezzandone l'importo a partire dal 2012. Per il Tesoro quello è un trasferimento diretto o indiretto alle famiglie. E per alcune famiglie è certamente vero: quella di Franco Fiorito, quella di Luigi Lusi. Ma per le famiglie italiane? È una delle follie del bilancio dello Stato. Che si picca di trasferire alle famiglie per il loro benessere oltre 3,8 miliardi di euro l'anno. Ma in quella cifra comprende appunto voci come il finanziamento pubblico ai partiti. Quasi un terzo di quella somma trasferita alle famiglie per altro è composta dall'8 per mille alla Chiesa cattolica e alle altre varie confessioni religiose. Si tratta per il 2013 di 1,148 miliardi di euro. È vero che anche grazie a quei soldi ci siano famiglie che ottengano aiuti da organizzazioni caritatevoli. Tecnicamente l'8 per mille non è un trasferimento alle famiglie, perché è il suo esatto contrario: un prelievo (più o meno volontario) dalla dichiarazione dei redditi delle famiglie italiane. Ma il bilancio dello Stato fa finta di non saperlo e capovolge la realtà.  

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