Cerca
Cerca
+

Fondi europei per il lavoro: "Solo una mangiatoia per sindacati e assessorati"

Nicoletta Orlandi Posti
  • a
  • a
  • a

In cinque anni sono stati messi in campo ben 504 mila progetti di formazione, per una spesa di quasi 7 miliardi e mezzo, ma se questi creeranno realmente lavoro è tutto da vedere. Anzi, la sensazione è che questi soldi, dice a Repubblica senza giri di parole Roberto Perotti, docente alla Bocconi e in passato consigliere economico di Renzi,  sono diventati una mangiatoia pazzesca per sindacati, assessorati regionali e provinciali». Considerazione pesante documentata da uno studio che Perotti, insieme a Filippo Teodoldi, ha pubblicato sul sito lavoce.it riproposto oggi da Repubblica, che fa il paio con quella indirizzata all'Ue: «Non diamo più soldi a Bruxelles, così non rischiamo di vederli finire nelle mani dei maestri dello spreco, in un sottobosco politico parassitario». I conti non tornano - I numeri parlano chiaro: nel 2012 l'Italia ha versato 16,5 miliardi come contributi alla Ue e ne ha ricevuti in cambio solo 11mila, di cui 2,9 di fondi strutturali, tra Fse (per formazione, sussidi al lavoro, inclusione sociale) e Fesr (sussidi alle imprese e infrastrutture). E ancora la spesa per i progetti di formazione, che rappresentano la quasi totalità dei progetti dell'Fse (504 mila su 668 mila): nel periodo 2007-2012 (dati Open-Coesione) ben 7,4 miliardi su 13,5 sono stati impiegati qui. La valutazione di questi corsi è «un'industria che non conosce crisi» e tiene in vita «decine di centri di ricerca» che hanno prodotto tra 2007 e 2011 ben 280 documenti di valutazione, per la stragrande maggioranza «inutili, un sottobosco nel sottobosco». Poiché nessuno è davvero in grado di raccontare l'efficacia dei corsi. Il confronto con gli altri Paesi - Il confronto europeo è poi agghiacciante: l'Italia tra 2007 e 2013 ha offerto corsi a 21 mila persone, la Francia aveva 254 mila iscritti e la Germania 208 mila (dati del network di esperti sulla spesa dell'Fse per l'inclusione sociale). Ebbene, tra quelli che hanno completato le attività (appena 233 italiani, contro 50 mila francesi e 32 mila tedeschi), solo il 14% risultava poi occupato in Italia, contro l'85% della Francia e il 35% della Germania. La Commissione europea, lo scorso marzo, sosteneva che grazie ai fondi Ue in Italia sono stati creati tra 2007 e 2013 più di 47 mila posti, 3.700 nuove imprese, banda larga estesa a più di 940 mila persone, sostegno per 26 mila pmi, 1.500 chilometri di ferrovie e progetti di depurazione delle acque. Eurofrodi - La Corte dei Conti però, in febbraio, diceva che dal 2003 ad oggi gli “eurofurti” (frodi, imprenditori fasulli, finti progetti, costi gonfiati, incarichi irregolari) hanno raggiunto la cifra record di un miliardo e 200 milioni. Solo nel 2012 ne sono stati scovati 344 milioni (al top la Sicilia con 148 milioni finiti nelle tasche sbagliate, vedi il caso del deputato pd Genovese che secondo le accuse in cinque anni avrebbe lucrato ben 6 milioni di euro di fondi europei destinati proprio alla formazione professionale).

Dai blog