Ecofin, l'Europa boccia l'Italia: correzione del debito entro fine anno
Sforzi aggiuntivi nel 2014 e nessuna flessibilità sugli investimenti fuori bilancio. Per essere una prima volta, non è andata male. L'Ecofin guidato dall'esordiente Pier Carlo Padoan poteva anche proporre l'apertura di una procedura d'infrazione contro il nostro Paese. E invece si è limitato a bocciare su tutta la linea le richieste italiane, chiedendo in aggiunta una ulteriore correzione dei conti entro la fine dell'anno.Qualcuno sostiene che in serata Matteo Renzi abbia commentato positivamente l'esito del vertice. Difficile da credere, considerati i risultati. Tanto più che da Bruxelles, in tempo reale, è arrivata anche la secca risposta alla proposta fatta ieri mattina dal premier di scorporare dal conteggio del deficit gli investimenti nel digitale. Il ministro dell'Economia, interpellato dai giornalisti, è caduto dalle nuvole: «Apprendo ora della dichiarazione del presidente del Consiglio». Chiarissime, invece, le idee del vicepresidente della Commissione Siim Kallas, che senza pensarci un attimo ha messo una pietra tombale sul suggerimento di Renzi e su tutte le speranze italiane: «Non può esserci spesa buona e spesa cattiva. Il debito è debito e tutta la spesa deve essere calcolata nel deficit». Il che sembra escludere categoricamente anche la possibilità, ventilata da Padoan come versione soft della flessibilità, di scorporare dal bilancio i cofinanziamenti dei fondi europei per lo sviluppo e le infrastrutture. Nel suo articolo in edicola oggi, mercoledì 9 luglio su Libero, Sandro Iacometti spiega come l'ìEcofin abbia bocciato tutte le nostre richieste e ci ha imposto una correzione sul debito entro fine anno. Continua a leggere l'articolo di Sandro Iacometti su Libero in edicola oggi, mercoledì 9 luglio