Ferrari, l'addio di Montezemolo: "Con Marchionne polemizzo dal 2002..."
Addio Luca. Addio Sergio. Luca Cordero di Montezemolo passa il testimone a Sergio Marchionne alla presidenza della Ferrari, l'epilogo (scontato) del terremoto che ha turbato gli ultimi sonni del Cavallino, dal disastroso gran premio di Monza in poi. E i due sfidanti, alle 14 di questo mercoledì 10 settembre, loro malgrado sono stati costretti a sedersi l'uno al fianco dell'altro, nella conferenza stampa in cui veniva sancita la staffetta al vertice di Maranello. Una conferenza stampa che non ha deluso le attese, dove le pur paludate frecciatine tra i due non sono mancate affatto. Polemiche da 14 anni - Montezemolo non ha negato i dissapori delle ultime ore: "Con Sergio - ha spiegato - ci siamo parlati molto in questi giorni, nel fine settimana ci sono state molte incomprensioni. Poi la rottura di Alonso a Monza non ha aiutato". E ancora, sui "dissapori", Montezemolo riavvolge il nastro di parecchi anni, e ricorda: "Sergio polemizza con me fin dal 2002". Quindi, pur col sorriso sulle labbra, si rivolge all'ad di Fca: "Ti ringrazio perché ci siamo sopportati". Quindi Montez snocciola un altro aneddoto sul manager italo-canadese, che risale ai tempi della sua investitura alla presidenza della Ferrari: "Mi ricordo quando Marchionne mi disse: Ho un'Audi 4 ruote motrici che...". Insomma, non il massimo per il neo-presidente del Cavallino, che ribatte: "Ce l'avete fatta. Mi avete convertito. Mi sono completamente convertito". Montez smentisce Sergio - Tra battute, gag e sorrisi, il duello a distanza ravvicinata tra Montezemolo e Marchionne prosegue con il capitolo sul "peso" delle vittorie sportive del Cavallino. L'ad di Fca, ribadendo quanto affermato già negli ultimi giorni, premette che "l'azienda è in floride condizioni, sta bene, è in cassa, è motivatissima", ma sottolinea come la gestione sportiva "continua ad essere un elemento essenziale. Si deve tornare a vincere - intima - perché è nel nostro dna. Vincere in pista non è qualcosa di negoziabile, siamo capaci di farlo". Passano pochi minuti, e da Montezemolo arriva la risposta a Marchionne. Risposta indiretta, ma esaustiva. Replicando alla domanda di un giornalista, il presidente uscente spiega che "da 60 anni il più grande mercato delle Ferrari sono gli Stati Uniti", dove la Formula 1, quasi, non è neppure arrivata. Insomma, Montez "smentisce" Marchionne, rivendicando la prevalenza dei risultati aziendali ottenuti sotto la sua gestione. Il mistero della buonuscita - Uno delle risposte più attese dalla conferenza stampa era quella sulla buonuscita di Montezemolo per l'addio alla Ferrari: in mattinata erano circolate indiscrezioni secondo le quali il compenso sfiorerebbe i 300 milioni di euro (secondo altri rumors, invece, l'importo sarebbe decisamente minore, tra i 15 e i 20 milioni di euro). La domanda, dopo lunghi minuti di attesa, è arrivata: "A quanto ammonta la sua buonuscita, avvocato Montezemolo?". Ad inserirsi, da buon neo-presidente, è però Marchionne, che spiega: "Ferrari è un'azienda privata, ciò che c'è da dire lo dirà Fiat al momento giusto. Comunque entro oggi uscirà qualcosa". Quindi Montezemolo, con una battuta: "Qualunque cosa dirà Fiat sarà sempre troppo poco". Insomma, sulla buonuscita non è arrivato uno straccio di risposta (mentre Montezemolo, sull'ipotesi che possa passare alla guida di Ethiad-Alitalia, ha risposto con un secco: "E' prematuro"). La stagione fallimentare - Oltre alle stoccatine e i misteri sulla buonuscita, i contenuti. Dalle dichiarazioni di rito di Montezemolo ("Si apre un nuovo ciclo, spero nuovo e più importante", "La Ferrari avrà ancora più forza), il presidente uscente sottolinea che "il 13 ottobre sarà il mio ultimo giorno di scuola". E ancora: "E' un giorno importante perché dopo 23 anni, passati molto in fretta, oggi rassegno le dimissioni dalla Ferrari. Obiettivamente credo che sia finita un'epoca e un ciclo dell'azienda". Poi un passaggio sulla fallimentare stagione di Formula 1: "E' stato un anno molto brutto perché abbiamo forse trascurato l'importanza e le difficoltà di questo sistema di motore nuovo che non è motore tradizionale. Penso - ha sottolineato - che sia stato il vero problema, tra l'altro con un regolamento che non ti permette di intervenire durante l'anno, che spero cambi. Con il lavoro duro credo ci siano tutte le premesse per tornare a vincere". Le "cazzate" - In una conferenza stampa piena di sorrisi (di circostanza?) c'è poi lo spazio per la gag di Sergio e Luca, che sdoganano la parola "cazzate" (pronunciata più di 10 volte nell'arco di una manciata di secondi) riferendosi alle indiscrezioni di stampa che si sono rincorse negli ultimi giorni. Una su tutte, lo sfogo attribuito a Montez ("Ormai la Ferrari è Americana"). Nessuna conferma sulla frase, semmai, tra una "cazzata" e l'altra, la dichiarazione di Marchionne, che in verità assomiglia moltissimo a una risposta, più o meno indiretta: "La Ferrari - ha scandito - è nata e morirà italiana". Quindi il neo presidente ha spiegato che "non c'è la minima intenzione di integrare le operazioni di Ferrari nel sistema Fiat-Chrysler. Una delle cose che ho sempre fatto è stato il proteggere l'integrità della Ferrari e non farla inquinare da un sistema automobilistico di mass market". Quindi Marchionne ha ricordato che "Ferrari è un marchio unico che non può appoggiarsi sul resto del sistma Fca".