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Mutui, il momento d'oro per accenderne uno: quale scegliere per risparmiare il più possibile

Andrea Tempestini
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Se il 2015 sarà l'anno della ripresa, tanto per parafrasare un abusatissimo adagio, lo scopriremo solo vivendo. Di sicuro, però, c'è che questo gennaio 2015 è un mese d'oro per chi volesse accendere un mutuo. Già, perché i tassi dell'indice Euribor, che determina le oscillazioni di un prestito a condizioni variabili, sono rimasti prossimi allo zero. Il costo dei mutui variabili, dunque, ha raggiunto minimi storici anche per le banche, che inoltre, per attrarre clienti dopo aver tenuto per anni serrati i rubinetti, si combattono a colpi di ribassi dello spread. Tutte le migliori offerte, dunque, oggi sono sotto al 2%, e diversi analisti non escludono che nel giro di pochi mesi si possa arrivare anche all'1,5 per cento. I rischi nascosti - Ma come sottolinea il Corriere Economia, tassi così bassi nascondono anche qualche rischio, legato a doppio filo all'auspicato e plausibile ritorno dell'inflazione, che potrebbe sicuramente far salire il valore dell'Euribor e dunque, entro i limiti stabiliti in sede di stipula, anche il valore della rata variabile. Ma dopo anni di vacche magre c'è anche una seconda buona notizia, relativa ai mutui a tasso fisso, anch'essi scesi a livelli che in Italia non si vedevano da anni. In proporzione il costo di questi mutui è sceso ancor di più rispetto ai variabili: oggi la distanza tra le due formule è a 130 centesimi, rispetto ai 250 centesimi di un anno fa. Parola alle cifre - In cifre, oggi è possibile accendere mutui a tasso fisso a 20 anni con un tasso di poco superiore al 3% e a 30 anni sotto al 3,5 per cento. Se al quadro si aggiunge il fatto che i valori immobiliari si stanno stabilizzando, pur non crescendo, il momento per l'acquisto di una casa appare uno dei migliori da anni a questa parte. Altre cifre le offre il portale mutuionline.it, che rileva che per prestiti ventennali da 100mila euro a tasso variabile il miglior prodotto, oggi, chiede un interesse dell'1,86%, con una rata mensile da 499 euro. Il costo per uno stesso mutuo ma a tasso fisso, invece, è di 566 euro. Una differenza di 67 euro al mese che si allarga a 80 euro  se il raffronto per un mutuo di stesso importo viene calcolato su 30 anni (rata mensile di 362 euro per il variabile, 442 per il fisso). Il maggiore esborso per il fisso può essere considareto come una polizza assicurativa contro il rischio di rialzi (crescono infatti i mutui a tasso fisso, salite al 40,9% del totale nel 2014). Fisso o variabile? - Resta da comprendere se, davvero, può valere la pena stipulare un mutuo a tasso fisso. La risposta è affermativa se la priorità di chi lo accende è la tranquillità e la "certezza" della rata mensile. Da un punto di vista finanziario, invece, non c'è una risposta univoca. Di certo c'è che negli ultimi 20 anni, che ha scelto un tasso fisso a condizione standard non ha mai risparmiato rispetto a chi ha scelto un variabile. E' pur vero, però, che l'obiettivo del quantitative easing deciso dalla Bce di Mario Draghi è quello di far salire l'inflazione. E se il risultato sarà centrato salirà anche il costo del denaro, dunque anche l'indice Euribor e in definitiva - pur sempre entro i limiti fissati al momento della stipula - la rata di chi ha scelto un mutuo variabile.

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