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Prima di Finmeccanica, Saipem, Mps ed Ilva: indagata tutta Piazza Affari

Nel mirino della magistratura molti big del listino milanese: e lo spread rischia di schizzare alle stelle

Andrea Tempestini
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Il mattatore dello spread è Silvio Berlusconi? Balle. Un tormentone da campagna elettorale buono per Mario Monti. A soffiare sul fuoco del differenziale sono le inchieste. L'ultima, in ordine cronologico, quella su Finmeccanica, che ha portato al clamoroso arresto dell'amministratore delegato Giuseppe Orsi. Ovvio il tonfo in Borsa della più grande società pubblica quotata. Ma, come detto, questo è soltanto l'ultimo capitolo. Andando a ritroso, di pochi giorni fa la bufera su Eni-Saipem: indatato Paolo Scaroni. Altre ripercussioni in Borsa, in verità anticipate di qualche giorno rispetto al momento in cui l'inchiesta è finita su tutti i giornali. Un balzo indietro di qualche giorno ancora, ed ecco esplodere il caso Mps con le dimissioni di Giuseppe Mussari dai vertici dell'Abi: a cascata, a Piazza Affari, il comparto bancario ha visto assottiliarsi notevolmente la sua capitalizzazione (per il banco senese un clamoroso tonfo). Ancor prima, per chiudere la rassegna, ecco il caso Ilva. Una serie di mazzate. L'elenco dei "big" borsistici indagati è spaventosamente lungo. E, come ovvia conseguenza, lo spread è pronto a riprendere la sua cavalcata.

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