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Lavoro: ecco il piano del governo per ridurre la disoccupazione

Lucia Esposito
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  Tamponata con il decreto su Imu e cig la priorità assoluta che era quella di assicurare per qualche mese la cassa integrazione ai lavoratori che ne hanno necessità, il prossimo passo è quello procedere a una revisione organica del sistema degli ammortizzatori sociali.  Il ministro del lavoro Enrico Giovannini ha come priorità quelle di  favorire l'occupazione giovanile,  incentivare un maggiore turnover tra generazioni  rivedendo alcune rigidità della riforma delle pensioni Fornero, continuare ad affrontare la questione esodati, solo parzialmente  risolta dai decreti con cui lo stesso Governo Monti a iniziato a  salvaguardare la posizione di chi la riforma rischia di lasciare senza stipendio e senza pensione. Tutti temi che, con ogni probabilità, saranno affrontati in una prima ricognizione già mercoledì 22 maggio per focalizzare le priorità e iniziare un percorso che si  annuncia comunque in salita, visti i vincoli di bilancio che rendono  limitate le risorse disponibili. Occupazione giovanile - L'obiettivo è quello di introdurre incentivi per le imprese che assumono giovani, il credito d'imposta per sostenere le buste paga dei dipendenti a basso reddito, un minimo di flessibilità nell'altra riforma Fornero, quella delle pensioni, e le rivoluzione dei centri dell'impiego che dovrebbero agganciare il meccanismo dell'Europa per il progetto europeo che mira alla formazione dell'impiego degli under 25. L'ambizione è ridurre la disoccupazione giovanile di otto punti percentuali e per questo l'Italia confida che gli sgravii per le imprese che assumono giovani siano finanziati dal bilancio europeo (c'è già un progetto approvato da sei miliardi che dovrebbe essere rafforzato).  Contratti a termine - Per quanto riguarda i contratti a termine l'intenzione è quella di  ridurre gli intervalli obbligatori tra un contratto a termine e l'altro che la Fornero aveva portato a 60 giorni per quelli fino a sei mesi e 90 giorni per quelli più lunghi. Si potrebbe arrivare a un lasso temporale di 20 o 30 giorni ma molto dipenderà dal confronto con le parti sociali. Si pPotrebbe poi, come anticipa il Corriere della Sera, decidere di allungare la durata del contratto a termine per cui l'azienda non è tenuta a indicare una causale e che oggi non può superare l'anno. Si intende lasciare tutti gli sgravi previsti in caso di assunzione a tempo indeterminato mentre è allo studio la sospensione del contributo aggiuntivo che l'azienda deve pagare su tutti i contratti flessibili.  Part time per pensionati - Un altro progetto a cui si lavora è quello di prevedere il part time per il dipendente vicino alla pensione che accetta di lavorare meno ore con uno stipendio più basso fino alla fine della carriera. In cambio la sua azienda assume un giovane con un contratto a tempo indeterminato oppure due con un conttratto a termine. Un progetto che costerebbe un miliardo di euro e  porterebbe 100mila assunzioni. L'altra ipotesi è che il dipendente vada in pensione anticipatamente. Giovannini ha anticipato in Parlamento la sua idea di un pensionamento anticipato a fronte di una penalizzazione. Il lavoratore ha la possibilità di andare in pensione con 35 anni di contributi tra i 62 e i 65 anni accettando il taglio del vitalizio dell'otto per cento. Per chi decide di lavorare oltre i 66 anni ci sarebbe un aumento della pensione fino all'otto per cento.   

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