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Imu, ecco come cambierà la tassa sulla casa

Pd e Pdl trovano un accordo: l'imposta sarà misurata in base al reddito dichiarato. Ma così finiranno per pagare i soliti noti

Lucia Esposito
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Chi evade il fisco non va in galera, ma chi è ricco - e magari le tasse le paga regolarmente - è considerato alla stregua di un poco di buono e pertanto va punito. È grosso modo questo il «principio» che il governo di Enrico Letta deve aver squadernato ai tecnici del Tesoro incaricati di studiare una riforma dell'Imu. Entro fine agosto va varato il progetto. L'ipotesi allo studio - e che ormai circola con sempre maggiore insistenza - prevede infatti di incrociare i dati sul valore degli  immobili con il riccometro, cioè l'Isee (Indicatore della situazione economica equivalente). In modo tale da rendere il prelievo fiscale assai più pesante su chi ha redditi e patrimoni particolarmente rilevanti. L'idea di usare l'Isee - strumento già in vigore per l'accesso ad alcuni servizi pubblici, come gli asili nido - sarebbe il risultato di una sorta di compromesso tra le varie anime della maggioranza. In qualche modo si riuscirebbe ad accontentare il Pdl che punta sin dalla campagna elettorale all'abolizione totale del prelievo sulla prima casa. Il Popolo delle libertà per ora ha incassato lo stop per la rata di giugno, mentre è ormai sparita dall'agenda la questione della restituzione del balzello pagato nel 2012. L'abbinata riccometro-Imu consentirebbe di escludere dal versamento dell'imposta municipale unica una fetta assai rilevante delle abitazioni principali, ma il rischio è di darà una clamorosa stangata ai più fortunati o ricchi. Non c'è solo la prima casa tra i nodi da sciogliere.  Il  ministro per lo Sviluppo economico,  Flavio Zanonato,  ieri, ha chiesto di tenere conto delle attività produttive e di quelle di ricerca, cercando di esentarle». Qualsiasi mossa ruota attorno alla copertura finanziaria. Aspetto ricordato ieri dal titolare dei rapporti col Parlamento, Dario Franceschini. Il gettito garantito dalle abitazioni principali è pari a 4 miliardi di euro. Una cifra  per la quale sembra difficile trovare alternative. Il responsabile dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, è stato chiaro: «Non impossibile» e comunque «non facile». L'ex direttore generale della Banca d'Italia è comunque fiducioso sul rispetto dei tempi e spera di poter mettere nero su bianco il riassetto delle imposte immobiliari «entro Ferragosto». Un po' di quattrini, peraltro, vanno trovati anche per il rinvio dell'Iva, visto che sono tutti d'accordo nel voler mettere da parte l'aumento degli acconti fiscali che imprese e partite Iva pagano a novembre. Buone notizie, in questo senso, sono arrivate ieri proprio dal Tesoro con l'annuncio di un tesoretto, per il mese di giugno, di 14 miliardi di euro. Con un miglioramento di ben 8 miliardi rispetto al 2012, grazie alla spending review sui bilanci  dei ministeri e un aumento delle entrate fiscali. Nessuna decisione sarà presa in modo affrettato. Non è escluso, infatti, che entro agosto il governo - sulla falsa riga dell'Iva  - decida di sospendere anche il pagamento della seconda rata (a oggi fissata per il 16 settembre), magari fino a dicembre per avere qualche mese in più per riflettere. Tra le varie opzioni, una super manovra per mettere mano in un colpo solo all'Imu, all'Iva e alle pensioni. di Francesco De Dominicis twitter@DeDominicisF

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